"Stato fragile, il pubblico torni fondamentale"

Parla la professoressa Maggino, braccio destro di Conte. "L’Italia riparta non solo dal servizio sanitario ma anche da istruzione e trasporti "

La professoressa Maggino

La professoressa Maggino

Firenze, 7 giugno 2020 - «L’emergenza Coronavirus si vince e si supera definitivamente se capiamo che il nostro ’sistema Paese’ è fragile. Si è dimostrato tale, abbiamo reagito e siamo in Fase 3, ma dobbiamo imparare la lezione, riflettere e intervenire. Altrimenti anche i sacrifici e il dolore saranno stati inutili". La professoressa Filomena Maggino, foggiana, figlia di ferroviere, per 40 anni ha vissuto a Firenze, docente di Scienze statistiche alla Sapienza di Roma, presidente della Cabina di regia governativa Benessere (equo e sostenibile) Italia, membro della task force di Colao. Una delle poche donne nella stanza dei bottoni del governo. Poteva essere ministro in area 5 Stelle. Ora è un braccio destro del premier Conte. "Del governo del fare" sottolinea.

Professoressa, come reagire in questa fase 3? "La crisi sanitaria ha messo in evidenza la fragilità della nostra vita, della società, dei comportamenti collettivi e singoli. Se non mettiamo mano a stili di vita e inquinamento siamo destinati a perdere". Non possiamo prescindere dal valore del servizio pubblico. La sanità aperta a tutti lo ha dimostrato chiaramente. "Dobbiamo rimettere al centro la salute, non ci sono alternative. E dobbiamo ripartire da cinque valori". Quali? "Sanità universale che consente di avere speranza di vita, istruzione pubblica prima di tutto per far conoscere e sapere poi per far trovare un lavoro, energia pulita per un mondo migliore, trasporti (le Fs hanno continuato a viaggiare anche durante il lockdown) e sicurezza come diritto. Abbiamo perso il senso e il valore del servizio pubblico. Recuperiamolo. Mio padre faceva il ferroviere, gli chiedevo perché il treno fermava anche se non saliva nessuno a qualche stazione. Lui mi diceva che ogni persona ha il diritto quel giorno e a quell’ora di prendere il treno, e il treno doveva passare di lì e fermarsi". Prima il pubblico del profitto? "Non è utopia, si deve. Iniziamo a investire, non più a tagliare: Conte lo ha ribadito nell’ultima conferenza stampa". Lei fa parte della task force di Vittorio Colao. E’ soddisfatta del lavoro fatto? "La task force non governa e non fa decreti, possiamo avere posizioni diverse tra noi, ma il nostro ruolo è di sostegno tecnico. Questo lo abbiamo fatto". E’ anche una delle poche donne nelle stanze dei bottoni. "Bisognerebbe definitivamente dire basta in questo Paese alla dualità uomo-donna e anziani-giovani. Bisognerebbe dare spazio al merito e stop. L’equità di genere va favorita. Le quote rosa non mi piacciono, ma hanno fatto emergere professionalità e competenze". Smart working. Opportunità o trappola? "Modalità lavorativa nuova. Va normata perché non sia un boomerang". Anche la Toscana e le città d’arte si sono mostrate fragili. "Tutto è fragile se si basa solo su un settore. Il turismo è ricchezza, ma ha creato pressione sulla città di Firenze, consumata e calpestata. L’uso delle città va ripensato pensando non solo al ’petrolio’ che genera ma anche alla difesa dell’identità che deve mantenere". Si chiedono aiuti ad hoc per Firenze. "Nell’ultimo decreto ci sono aiuti dedicati al settore turistico. Noi siamo per il fare. Io ho parlato con i ristoratori che protestavano ad esempio: le loro istanze sono entrate nei provvedimenti governativi. Col dialogo non si perde mai". © RIPRODUZIONE RISERVATA