ILARIA ULIVELLI
Cronaca

Il Meyer costruisce il naso a un bimbo. Con stampa 3D, ingegneria e gemello

A cinque anni grazie a tecnologia e al fratello omozigote è stato possibile realizzarlo con il suo tessuto. Una complicanza al parto prematuro aveva distrutto la struttura cartilaginea: in faccia aveva solo due fori. .

Il Meyer costruisce il naso a un bimbo. Con stampa 3D, ingegneria e gemello

Il Meyer costruisce il naso a un bimbo. Con stampa 3D, ingegneria e gemello

Tecnologia, intelligenza artificiale. Poi imaging e stampa 3D (nota anche con il termine prototipazione rapida). Con sempre maggiore frequenza aiutano medici e chirurghi nella ricostruzione di parti anatomiche mancanti o danneggiate, oppure nella conoscenza più approfondita di patologie per approcciare con maggiore preparazione complessi interventi chirurgici, soprattutto al cervello e al cuore.

All’Irccs pediatrico Meyer a un bambino di cinque anni del Nord Italia, grazie alla stampa 3D e a tecniche di ingegneria strutturale "che stiamo perfezionando", è stato possibile ricostruire il naso che non aveva. Per i volumi e la forma sono state studiate le fotografie del fratello gemello omozigote che si è messo a disposizione per la realizzazione di sagome. Oltre alle tac e alle fotografie dello stesso bambino che aveva subito un grave trauma durante il parto prematuro alla ventottesima settimana, con complicanza vascolare che aveva causato necrosi della piramide nasale e conseguente perdita dell’impalcatura cartilaginea.

Il naso è un elemento armonico fondamentale. Nel primo punto d’osservazione, proprio al centro del viso lui aveva due fori. Morfologie simili si vedono nei grandi ustionati, con il volto che simula un teschio. "Un forte impatto estetico", spiega Flavio Facchini, specialista in chirurgia plastica e ricostruttiva, che ha guidato il team di chirurghi del Meyer. "Abbiamo usato una tecnica di ingegneria strutturale, la stessa che prevede come debba essere costruita la carlinga di un aereo: non solo fusoliera ma i collegamenti, i frammenti incastonati come un puzzle. La stampa 3D ci permette di capire a quali forze vanno incontro i tessuti da ricostruire e a realizzare tutto con la massima precisione", spiega Facchini.

Tutto ciò implementato "con uno studio della struttura cartilaginea che deve sostenere la parte cutanea del naso". Non solo un problema estetico risolto, ma anche quello funzionale.

In fase preoperatoria, ingegneri e medici hanno lavorato fianco a fianco: partendo dalla scansione 3D, gli ingegneri di T3Ddy, guidati dal prof Yary Volpe, hanno ottimizzato il design della ricostruzione per adattarlo alla conformazione del piccolo.

Ora il naso crescerà normalmente? La risposta è sì. "Perché il tessuto – frammenti di cartilagine costale – è stato prelevato dallo stesso bambino. Mascella, mandibola, seni paranasali seguiranno il regolare sviluppo. In ogni caso, il bambino sarà monitorato durante la crescita, da adolescente e da adulto. "E nel caso ci fossero rifiniture da fare, le faremo". Anche nel caso di labiopalatoschisi (il labbro leporino) vengono fatti interventi a step successivi: prima al labbro, poi al palato, poi al naso.

Il bambino era stato visitato e rifiutato da un ospedale del Nord, poi i genitori erano partiti per un tour sanitario in Italia, raccogliendo tante opinioni discordanti. Poi tre anni fa si sono fermati al Meyer e lì con il chirurgo Facchini hanno instaurato un rapporto di fiducia. "Il bambino non voleva più vedere dottori", poi i medci del Meyer lo hanno conquistato. "Più chiuso e timido del fratello, ma solare e collaborativo – dice Facchini – Con la crescita è aumentata la consapevolezza di volere un volto armonico, quindi l’impegno per arrivare a realizzare il progetto". E’ stato deciso di effettuare la trasformazione adesso a cinque anni, prima dell’età scolare: "Una forma di protezione".

Il bambino è già tornato all’asilo e ora è felice. "È andato tutto benissimo – dice la mamma – Questo incontro con il Meyer gli ha restituito sicurezza e la speranza di una vita normale. Guardandosi adesso dice ‘Ora sono davvero come il mio fratellino e i miei compagni’".