FRANCESCA BIANCHI
Cronaca

Amore senza fine, gli donò un rene. Muore l’uomo che sposò l’infermiera

Si conobbero in ospedale a Pisa, quando lui era ricoverato. Il trapianto nel 2014, le nozze nel 2018 Una battaglia combattuta sempre fianco a fianco. Ieri il triste epilogo a causa di un’infezione da rigetto

Giacomo Schinasi e Cinzia Stracquadaini

Pisa, 27 dicembre 2019 - Una battaglia infinita, che aveva segnato tutta la sua vita e che alla fine ha avuto la meglio. Se ne è andato nella notte, all’età di 57 anni, Giacomo Schinasi, segretario della comunità ebraica di Pisa. Una storia, la sua, che aveva commosso non solo la sua città. Nel segno della speranza e della voglia di vivere. Tra un mese avrebbe festeggiato il secondo anniversario di matrimonio con Cinzia Stracquadaini, la compagna infermiera – piemontese di origine – che aveva fatto il gesto più bello e nobile: donargli un rene.

Compatibili al 99%. L’incontro in ospedale, infermiera e paziente. Si danno del lei, come è giusto che sia. Imparano a conoscersi, seduta dopo seduta nel reparto di dialisi. L’amore. Il trapianto nel 2014. Poi purtroppo, l’inatteso rigetto e il ritorno in lista d’attesa. Anni e momenti difficili che hanno unito ancora di più la coppia fino al matrimonio a fine gennaio 2018, celebrato in Sala delle Baleari, nel palazzo comunale di Pisa.

Una cerimonia semplice, accompagnata dal calore degli amici. Giacomo e Cinzia sposi, destini incrociati che hanno emozionato stampa e tv. Travolti dall’interesse del mondo dell’informazione, dopo il racconto pubblicato proprio sul nostro giornale, misero però in campo la loro consueta riservatezza. Riuscendo, comunque, in punta di piedi, a dare l’esempio. Non arrendersi mai, scegliere la vita. Oggi il triste epilogo, una infezione che ha minato una salute che era andata peggiorando di mese in mese, il ricovero all’ospedale di Cisanello.

Maurizio Gabbrielli, presidente della Comunità ebraica, ricorda così Giacomo Schinasi: “E’ per la Comunità e per me una grave perdita. Durante la sua lunga malattia aveva affrontato la ristrutturazione della Sinagoga che lui amava ricordare come “evento epocale” spesso anteponendola alla sua salute. Uomo di cultura che sapeva dare risposte appropriate ad ogni quesito, Giacomo era un uomo forte e durante questi anni di cure continue diffondeva anche in noi la sensazione di un ottimistico cambiamento. Ci stringiamo con affetto ai suoi genitori e alla cara Cinzia, persona che con il suo grande cuore e grande amore, gli ha regalato emozioni e gli anni più belli della sua vita”.

Cordoglio anche da parte dell’Ucei, l’unione delle Comunita ebraiche italiane che lo definisce un uomo ‘speciale’, per l’integrità e la dedizione nel suo lavoro sempre orientato al “bene dell’ebraismo italiano”. Oggi, al cimitero di via Cammeo, la sua Cinzia, i familiari e i tanti amici, gli diranno addio. © RIPRODUZIONE RISERVATA