Genova, la sfollata: "Pensavamo di vivere sotto un'opera d'arte, era una trappola" / VIDEO

Mimma Certo fa parte del comitato di via Porro. "Da anni segnalavamo i problemi, non ci hanno mai ascoltati"

Mimma Certo, sfollata di Genova (foto Pasquali)

Mimma Certo, sfollata di Genova (foto Pasquali)

Genova, 15 agosto 2018 - "Pensavamo di vivere sotto un’opera d’arte. Era una trappola mortale ma ce ne rendiamo conto solo ora. E con il senno di poi ... abbiamo sbagliato: dovevamo andarcene prima, lasciare che demolissero questi palazzi. L’affetto a volte inganna. Gli anziani non volevano andarsene e soprattutto per loro abbiamo cercato di salvare le case”. Mimma Certo ha la borsa a tracolla con le uniche cose che ha portato con sé da via Porro.

“Ho fatto in tempo a mettermi addosso questo camicione, l’ho abbottonato un po’ cosí per le scale”. In mano ha il sacchetto di nylon con “l’abitino” che ha comprato per andare avanti. Lei è una del Comitato di via Porro, uno di quelli che diceva no alla Gronda, che ogni due per tre era in Comune per dire che del ponte Morandi avevano paura, che i lavori perpetui di manutenzione facevano ancora più paura.

“Anche il 12 luglio eravamo li, a denunciare i danni dei calcinacci che piovevano dal ponte, ogni notte. Hanno continuato a dirci che non c’erano problemi e forse abbiamo voluto crederci. Abbiamo dovuto portare foto, video, registrazioni anche solo per farli smettere di dire che non succedeva niente sotto quel ponte. Due anni fa mi sono stancata e ho chiamato la Polizia stradale per denunciare i danni alla mia macchina fatti dalle pietre che cadevano dal Morandi e la Pavimental ha risposto che non aveva cantieri aperti. Li ho fotografati proprio la notte prima del crollo, quando hanno acceso le fotoelettriche e mi hanno illuminato”.

Erano in Comune il 12 luglio quelli del comitato di via Porro, a parlare con il Comune, presente l’assessore all’ambiente Matteo Campora, e con Autostrade. “Qualche giorno dopo c’è stato un consiglio comunale monotematico, proprio sul Ponte Morandi - continua Mimma Certo - E’ stato tutto inutile, tutte parole al vento. Erano li la notte prima del pandemonio con il carroponte come ogni notte da anni. Lavoravano sotto l’autostrada per non interrompere il traffico. Per installare le rotaie del carroponte hanno dovuto bucare parecchio, li abbiamo sentiti. Secondo me hanno minato la struttura, alla fine non ha retto più”.