"Il futuro dell'Europa deve partire dalle città"

Moderato dalla direttrice della Nazione, Agnese Pini, si è svolto il confronto on line fra gli ambasciatori di Germania e di Francia, il direttore generale per l’Unione europea alla Farnesina e i sindaci di Firenze, Troyes e Lipsia

I partecipanti al Forum

I partecipanti al Forum

Firenze, 18 maggio 2021 - Le città come vere e proprie fondamenta dell’Unione Europea. Come luoghi in cui far fiorire il dialogo e intrecciare esigenze locali e globali. È con questa visione che si è svolto oggi pomeriggio l’incontro on line dal titolo “Europa e Comuni: il contributo delle città per il futuro dell’Ue” che ha avuto come protagonisti gli ambasciatori di Germania, Viktor Elbling, e di Francia, Christian Masset; il direttore generale per l’Unione europea alla Farnesina Vincenzo Celeste, il sindaco di Firenze e presidente di Eurocities Dario Nardella, il sindaco di Troyes e presidente dell’Associazione dei sindaci di Francia François Baroin, e Burkhard Jung, sindaco di Lipsia e presidente dell’Associazione delle Città tedesche. A moderare l’incontro, in cooperazione con Europäische Akademie Berlin, è stata la direttrice de La Nazione Agnese Pini

«Questo evento si svolge una settimana dopo il lancio della Conferenza sul futuro dell’Europa – ha detto l’ambasciatore di Francia, Christian Masset – e vuole essere parte di una grandissima operazione che punta a coinvolgere tutti i cittadini europei. Abbiamo scelto il tema delle città perché l’Europa è un continente fra i più urbanizzati al mondo ed è costruita intorno alle città. Oltre al superamento della crisi sanitaria, abbiamo tre grandi sfide che ci attendono: climatica, tecnologica e geopolitica. Per quest’ultima è essenziale che l’Europa abbia il proprio destino nelle sue mani e le città sono uno snodo cruciale, il punto d’incontro fra locale e globale».

«È essenziale valorizzare il ruolo propulsivo dei comuni – ha proseguito il direttore generale per l’Unione europea alla Farnesina Vincenzo Celeste - e in questo sforzo un ruolo importante può essere giocato proprio da Italia, Francia e Germania, paesi fondatori dell’Unione europea e che hanno fra loro una strettissima rete di relazioni. Penso ai tanti gemellaggi che vedono protagonisti comuni italiani, tedeschi e francesi a dimostrazione di un legame radicato e capillare fra i nostri popoli. Proprio i rapporti fra Comuni possono essere un argine all’intolleranza e uno strumento importante di dialogo».

«Durante la pandemia le città hanno assunto un ruolo fondamentale – ha detto il sindaco di Firenze, Dario Nardella -. Da un lato sono state le più colpite, con una sorta di fuga dai centri urbani, che ha fatto addirittura pensare che potesse iniziare un loro declino. Poi però abbiamo capito che le città sarebbero state anche la soluzione, perché sono il luogo in cui si costruiscono gli anticorpi all’epidemia, sia a livello sanitario che economico. Oggi sappiamo che senza le città l’Europa non può ripartire: una buona casa si costruisce dalle fondamenta e le città sono le fondamenta dell’Europa, un argine alla cultura sovranista e anti-europea».

«Francia, Germania e Italia si basano su modelli diversi – ha proseguito François Baroin, sindaco di Troyes – con una maggiore forza dello stato centrale nel primo caso e una più netta autonomia dei comuni e delle città negli altri due. Ma proprio dal confronto fra questi modelli può nascere un’Europa migliore. Abbiamo davanti sfide importanti sul tema dell’inquinamento e sulla transizione verso mezzi più ecologici e stiamo vivendo questo processo con un’accelerazione senza precedenti. Ci sono tante sfide sulle quali dobbiamo confrontarci e alle quali l’Europa deve dare risposta».

«La strada della ‘diplomazia urbana’ è fondamentale – ha commentato Burkhard Jung, sindaco di Lipsia – e significa curare i gemellaggi, realizzare progetti, scambiare e condividere esperienze, riprendere senza invidie o dubbi quello che l’altro fa meglio di noi. Le città hanno l’opportunità di dimostrare cosa significhi unità nella differenza. Sono il luogo in cui persone di diverse origini e culture convivono e questa è la base della democrazia. In Germania si dice che ‘Senza città non è possibile fare stato’ e credo che lo stesso si possa affermare dell’Europa. In questo percorso abbiamo poi bisogno di giovani da entusiasmare all’idea europea».

Dopo le domande poste direttamente da alcuni studenti universitari, l’incontro è terminato con le conclusioni dell’ambasciatore di Germania, Viktor Elbling. «Quando parliamo di città ci sono diverse visioni – ha detto – ed è fondamentale metterle a confronto. Il ruolo delle città va oltre quello locale, che resta comunque importantissimo. In questi anni è stato dato per scontato che l’Europa avrebbe continuato a crescere anche senza un coinvolgimento diretto dei cittadini. La pandemia ci ha aperto gli occhi. Ricordiamoci per esempio che fino a un anno fa non avevamo delegato alcuna competenza all’Europa in ambito sanitario, mentre adesso la vorremmo perfetta per gestire al meglio l’emergenza Coronavirus: siamo nel mezzo di un processo di costruzione ed è essenziale che questo avvenga ma partendo dalle città e dai cittadini».