EMANUELE BALDI
Cronaca

Rivolta di Gavinana contro il maxi parcheggio: "Colata di cemento su un podere del ’300"

Il piano di una società privata, già approvato dal Comune, prevede la realizzazione di un’area di sosta per un’ottantina di auto I residenti di via di Ripoli: "Così viene distrutta una delle poche aree verdi rimaste". L’assessore: "Chiesto approfondimenti agli uffici"

Firenze, 7 dicembre 2021 -  «Palazzo Vecchio dà il nulla osta a buttare una colata di cemento su un bellissimo podere di settecento anni fa pieno di alberi da frutto e fiori. E’ questa la Firenze green che viene tanto sbandierata?". Battaglia tosta a Gavinana dove un gruppone di residenti della zona della Colonna – forti di una petizione che in tempi recenti aveva già raccolto cinquecento firme – si mette di traverso alla costruzione di un parcheggio privato da un’ottantina di posti auto là dove ora c’è un fazzolettone verde, eredità di un passato contadino, incastonato tra i palazzi delle vie di Ripoli, Caponsacchi e Accolti, un "terreno verde, con alberi anche di pregio e una stupenda casa colonica, che era parte di un vasto podere denominato “la Mattonaia”, di cui resta anche la testimonianza di un antico lavatoio". "Qui – racconta Silvia Bensi, rsponsabile del comitato nato – fino a qualche anno fa ci abitava un contadino e la sua famiglia, c’erano viti e verdure e ora tutto rischia di sparire". Secondo quanto si apprende le possibilità del comitato di scongiurare il piano della società proprietaria dell’area sarebbe ben poche visto che lo scorso 14 novmenbre gli uffici tecnici del Comune hanno dato il via libera al progetto di bancamento del podere. L’attenzione tuttavia resta alta e i residenti non si arrendono all’idea di ritrovarsi sotto le finestre di casa "uno scempio dal punto ambientale e paesaggistico" che "risulta inoltre in palese contrasto con le politiche comunali, volte (almeno sulla carta) a salvaguardare la qualità della vita dei propri cittadini e a tutelare il verde cittadino con frequenti interventi di piantumazione" e che "snatura un’area verde con alberi da frutto e olivi sostituendola con decine di posti macchina". La mobilitazione di questi giorni ha tuttavia lasciato traccia. Oggi la presidente del Quartiere 3 Srena Perini incontrerà una delegazione di residenti ("Voglio vedere di persona l’area e capire meglio cosa i privati hanno intenzione di fare anche se al momento davvero non posso dire niente perché è un progetto nato da molto tempo che viene da lontano") mentre in Palazzo Vecchio l’assessore all’urbanistica Cecilia Del Re assciura di "aver chisto approfondimenti agli uffici tecnici". Insomma, almeno virtualmente, la questione resta aperta anche perché il comitato, oltre al problema ambientale, ne solleva altri di natura llogistica. Un aspetto su cui il comitato di protesta focalizza con più energia l’attenzione dell’amministrazione cittadina e dell’opinione pubblica è che quest’area verde di forma triangolare "usufruirebbe di due corsie di accesso anguste su strade già abbastanza problematiche sul fronte del traffico come via Caponsacchi e via di Ripoli, che diventerebbero ancor più congestionate del solito, tralasciando l’evidente rischio per i residenti che circolano a piedi nelle suddette corsie d’accesso, davvero troppo strette per consentire il passaggio in sicurezza di un’auto e contemporaneamente di un pedone". «Sottolineiamo – si legge nella pagina Facebook ’Salva il POdere Mattonaia – il fatto che, sia le norme del Codice della strada che le prescrizioni comunali, impongano una separazione fra flusso veicolare e quello dei pedoni/portatori di handicap, giustamente a tutela della incolumità di questi ultimi" e che "purtroppo, sia per l’accesso da via di Ripoli che soprattutto per quello da via Caponsacchi (largo appena 2,64 metri, se la separazione non viene realizzata correttamente, è la stessa sicurezza fisica dei cittadini ad essere a rischio. Quindo l’appello finale: "Non viene tutelata la salute dei cittadini se si concede di cambiare la destinazione d’uso di un hortus conclusus trasformandolo in un parcheggio lesivo della salute delle circa cinquecento persone che vivono in case e appartamenti con finestre che si affacciano su questo spazio".