
Viola Club New York
Firenze, 6 luglio 2021 - Dopo quasi trent’anni di vita e lavoro negli Stati Uniti Roberto Consales, ingegnere elettronico fiorentino che si è trasferito dopo la laurea per lavoro negli States nel 1992, racconta come ancora si senta fiorentino e di come il suo amore per la Fiorentina sia sempre stato constante nel tempo. Un amore quello per la maglia viola che nel 1990 ha portato quattro toscani a fondare un vero e proprio viola club nel cuore della Grande Mela nel Queens. Ne fanno parte un centinaio di soci, giornalisti, medici, architetti, ingegneri, commercialisti e bancari. Un punto di ritrovo non solo per i tifosi viola, ma per tutti i toscani a New York. "Purtroppo - spiega Roberto Consales - il Viola Club NY ha patito le limitazioni legate alla pandemia e non ha potuto più ritrovarsi al ristorante Serafina, dove vedevamo tutti gli incontri insieme. Tutto questo da febbraio 2020, ma speriamo di tornare presto. Quei momenti di tifo viola mancano a tutti".
Speravate anche lì a New York nell’arrivo di Gattuso: ma è stato un sogno breve "Non sapremo mai la verita perché una delle parti fornirà la sua versione. Certo è che questa vicenda porta a domandarsi quali siano le capacità gestionali e le vere aspirazioni sportive di questa dirigenza".
Che attività svolge? "Attualmente sono a capo della Rocon Technology Corp che ho fondato nel 2010, che dà lavoro ad altre tre persone oltre me. Anche durante la pandemia siamo stati fortunati e abbiamo evitato impatti negativi perché abbiamo un modello di lavoro distribuito da remoto. Io e i colleghi operiamda sempre o con questa modalità: io sto qui a Englewood Cliffs, New Jersey, l’altro ingegnere a un’ora e mezzo da dove vivo, vicino a Philadelphia, e l’account manager ora in Florida".
Quale immagine le è rimasta più impressa del lockdown? "Quello che era strano era sentire il silenzio. Io abito in una zona, anche se a 3 km da Manhattan, e quindi di giorno non c’è mai nessuno. Quello che mi è successo durante il lockdown, quando una volta sono dovuto andare da un cliente perché non aveva elettricità, io ricordo il silenzio delle strade. Non avevo mai sentito New York cosi. L’altra cosa invece davvero straordinaria sempre durante il lockdown, è stata la pulizia della metropolitana che chiudeva abbastanza presto per poter essere sanificata"
Pensa di tornare in Italia questa estate? " Sto bene in America, sono qui da 30 anni, ma mi sento italiano e tutti gli anni cerco di tornare, soprattutto a Firenze . Anzi mi sento proprio fiorentino e l’amore per la Viola non si è mai affievolito. Sarò da voi a giorni, l’8 luglio, ma so che dovrò fare la quarantena. Non ho preso il volo Covid free dell’Alitalia o della United. Spero che da qui a luglio la quarantena sia tolta altrimenti quando arriverò a Milano la dovrò fare".