
Ludovico Arte, preside del ’Marco Polo’
Firenze, 10 settembre 2021 - «Mia figlia sta facendo una transizione di genere. Vorrebbe essere chiamata con un nome diverso". Dopo la telefonata ricevuta da una mamma, il preside del Marco Polo Ludovico Arte ha incontrato madre e figlia. "Da qualche tempo la ragazza non si riconosce più nell’identità femminile – riferisce il dirigente -. Le ho chiesto di aiutarmi a capire di cosa ha bisogno dalla scuola. È stata lei stessa a dare le sue indicazioni sul nome scelto, il linguaggio da usare, l’uso del bagno". Richieste che, ha promesso il professor Arte, "rispetteremo per accompagnarla nel suo percorso senza forzature. Sarà lei a dettare le tempistiche". Il Marco Polo si trova a fare i conti con l’identità di genere, un tema che i ragazzi conoscono bene: "Ne hanno parlato spesso, hanno una cultura avanti rispetto a quella di noi insegnanti. Sarà l’occasione per avviare dei percorsi formativi in cui saranno gli studenti a salire in cattedra per noi". Per ora la prima richiesta della giovane - che non sta affrontando un percorso di transizione verso il genere maschile - sarà accontentata: è stata inserita nel registro di classe e in tutti i documenti interni con il nome neutro da cui si sente più rappresentata. In quelli ufficiali invece sarà registrata con il nome anagrafico. "Gli insegnanti lo sanno, ne abbiamo discusso a lungo. Sarà lei a decidere se e quando parlarne". Al Marco Polo non c’è ancora un regolamento specifico sugli studenti in transizione di genere, come invece al Sassetti Peruzzi, redatto dal consiglio d’istituto su proposta del preside Osvaldo Di Cuffa: 10 articoli in cui viene specificato come uno studente da solo se maggiorenne, col genitore se minorenne, può chiedere l’attivazione della ’Carriera Alias’ per essere trattato secondo l’identità di genere in cui si riconosce. «La proposta nasce da una nostra studentessa seguita da un’associazione e dall’equipe di Careggi che si occupa di transizione di genere. Sono stati proprio medici e psicologi che seguono il caso a consigliarci di agevolare le richieste anche prima della decisione ufficiale del tribunale – dice il preside - utilizzando il nome che ha scelto". Il regolamento del Sassetti Peruzzi non piace al consigliere comunale della Lega Emanuele Cocollini: "E’ una scelta dannosa e contraria alla normativa italiana". Chiede il "ripristino della legalità alla scuola Sassetti" mettendo in dubbio "l’adeguatezza del preside nel suo ruolo". Ma il professor Di Cuffa replica: "Siamo totalmente nella legalità: nei registri e in tutti i documenti interni, è già stato inserito il nome scelto. In quelli ufficiali e del Miur useremo il nome anagrafico finché non sarà modificato ufficialmente dalla legge".