
Il Castello di Sammezzano
Firenze, 11 novembre 2020 - Il Castello di Sammezzano a Reggello, in provincia di Firenze, è al momento il secondo luogo più amato in Italia e il primo in Toscana nell'ambito de ‘I luoghi del cuore’, l’iniziativa nazionale promossa dal Fai, Fondo ambiente italiano, per la tutela e il recupero dei beni culturali e delle bellezze paesaggistiche italiani.
Nella classifica toscana seguono la Stazione radiotelegrafica 'Guglielmo Marconi’ di Coltano, Pisa; l'abbazia di San Galgano a Chiusdino, Siena; la villa medicea ‘Ambrogiana’ a Montelupo Fiorentino (Firenze); il chiostro di Buggiano Castello (Pistoia); il Borgo di Vico Pancellorum e la pieve di San Paolo a Bagni di Lucca (Lucca); le Terme del Corallo a Livorno. Fino al 15 dicembre sarà ancora possibile partecipare alla votazione e ribaltare la classifica: ad oggi l'edizione numero dieci dei 'Luoghi del cuore’ ha già raccolto, a partire dallo scorso 6 maggio, un milione e trecentomila voti, con oltre 36mila gioielli paesaggistici e architettonici segnalati. Al primo posto della classifica nazionale provvisoria, consultabile sul sito si trova la Ferrovia Cuneo-Ventimiglia-Nizza; al terzo posto la Via delle Collegiate di Modica (Ragusa) che unisce le chiese di San Giorgio, San Pietro e Santa Maria di Betlem, il cui patrimonio è bisognoso di recupero. Le posizioni definitive verranno comunicate entro la metà di marzo 2021: ai progetti per il recupero dei primi tre luoghi vincitori verranno assegnati 50mila, 40mila e 30mila euro; mentre 20mila euro andranno al bene che si piazzerà primo nelle classifiche speciali 'Italia sopra i 600 metri’ e ‘Luoghi storici della salute’. Al luogo più votato via web sarò destinato un video, storytelling o promozionale, curato dal Fai.
La storia del Castello di Sammezzano a Reggello L'edificio principale è una costruzione eclettica con prevalenza di stile orientalista, effetto della ristrutturazione ottocentesca di una grande fattoria edificata nel 1605 per volere della famiglia Ximenes D'Aragona. La storia del luogo è però più antica e viene fatta risalire all'epoca romana. Lo storico Robert Davidsohn, nella sua Storia di Firenze, afferma che nel 780 potrebbe esserci passato Carlo Magno di ritorno da Roma, dove aveva fatto battezzare il figlio dal Papa. La tenuta di cui fa parte il castello appartenne nei secoli a diverse importanti famiglie: gli Altoviti, poi, per volere del duca Cosimo, a Giovanni Jacopo de' Medici, che infine la vendette a Sebastiano Ximenes. Tali beni restarono alla famiglia Ximenes d'Aragona fino all'ultimo erede, Ferdinando, che morì nel 1816. In un cabreo redatto dall'ingegnere Giuseppe Faldi nel 1818 il castello appare come una struttura di consistente volumetria, con bastione e scalinata d'entrata, nella parte opposta a quella delle attuali scale di accesso e di cui oggi non c'è più traccia. Poi, in seguito ad un lungo processo relativo al testamento di Ferdinando Ximenes, i beni, il nome, lo stemma ed i titoli della famiglia Ximenes d'Aragona, nonché la vasta tenuta di Sammezzano passarono al primogenito di Vittoria, sorella di Ferdinando, e moglie di Niccolò Panciatichi. Successivamente passò in eredità a Ferdinando Panciatichi Ximenes d'Aragona che lo riprogettò tra il 1853 e il 1889. In circa quaranta anni il marchese progettò, finanziò e fece realizzare il parco e il castello di Sammezzano, il più importante esempio di architettura orientalista in Italia. Tutti i mattoni, gli stucchi, le piastrelle furono realizzati in loco da mano d'opera locale adeguatamente istruita. Sull'onda della corrente culturale definita “Orientalismo” che si diffuse in tutta Europa dall'inizio dell'Ottocento e che vide in Firenze uno dei principali centri, Ferdinando iniziò a modificare la struttura esistente e realizzare nuove sale: la Sala d'ingresso nel 1853, nel 1862 il Corridoio delle Stalattiti, la Sala da Ballo nel 1867 fino alla Torre centrale che riporta scolpita la data del 1889. Nel corso del 1878 ospitò anche il re d'Italia Umberto I.
Maurizio Costanzo