MAURIZIO COSTANZO
Cronaca

Le dieci espressioni più curiose del calcio

Può capitare di sentire pronunciare dai tifosi stranieri avversari frasi come “aspirapolvere”, “ala di piccione”, “ape senza miele”, “dipingilo di giallo!”. Ecco il glossario che spiega cosa significano

Pallone di Euro 2024 (foto Ansa)

Pallone di Euro 2024 (foto Ansa)

Firenze, 15 giugno 2024 – Oggi, con Italia-Albania che si gioca alle 21, per gli Azzurri cominciano gli Europei. Può capitare di sentire pronunciare dai tifosi avversari frasi come: “aspirapolvere”, “ala di piccione”, “ape senza miele”, “squadra ascensore” e tante altre. Che cosa significano? Il calcio è senza dubbio uno degli sport più popolari a livello internazionale, in grado da sempre di unire persone di diverse culture, lingue e nazionalità. I tornei più importanti rappresentano peraltro un’occasione in più per incontrare tifosi e giocatori provenienti da altri Paesi e per vivere la propria passione calcistica superando anche le barriere geografiche. Per prepararsi al meglio alla visione del principale evento calcistico dell’estate, in programma fino al 14 luglio in Germania, gli esperti linguistici di Babbel, l'ecosistema leader nell’apprendimento delle lingue, hanno selezionato le 10 espressioni calcistiche più simpatiche utilizzate nei Paesi qualificati all'evento. “La lingua è un elemento essenziale per la fruizione del calcio: i tifosi utilizzano infatti dei termini spesso difficili da comprendere se estrapolati dal contesto delle partite calcistiche - afferma Gianluca Pedrotti, principal learning content creator di Babbel -. Si tratta di un elemento unificante per la comunità di appassionati, pronti a trasformare gli atteggiamenti e i movimenti di giocatori e giocatrici, ma anche di allenatori e allenatrici in veri e propri modi di dire, creando un vocabolario del tutto a sé stante, un fenomeno sociale ricco di metafore e di sfumature. Sapere leggere e comprendere tutti questi aspetti offre un valore aggiunto rilevante”. Numerosi e variegati sono i modi di dire coniati nelle lingue europee per indicare le prodezze calcistiche dei propri giocatori e giocatrici: ecco un viaggio calcistico virtuale in giro per l’Europa.

Aile de pigeon, Francia: questa espressione, che si traduce in italiano con “ala di piccione”, viene utilizzata per indicare una particolare mossa tecnica compiuta da un giocatore per controllare, deviare o colpire la palla con il tallone o con la pianta del piede mentre ha la gamba piegata all’indietro e il pallone è in aria, dietro o accanto a lui. Il nome deriva proprio dal fatto che la posizione del corpo del calciatore ricorda, con un pizzico di fantasia, l’ala di un piccione.

Stofzuiger, Paesi Bassi: lo “stofzuiger” (“aspirapolvere” in italiano) del calcio è quel giocatore che intercetta molti palloni e assicura che gli altri compagni di squadra possano ricevere la palla e segnare dei gol; il riferimento all'elettrodomestico richiama proprio la capacità di questo elemento della squadra di mantenere “pulito” il gioco, correggendo eventuali errori dei propri compagni e riprendendo possesso della palla per favorire il proseguimento della partita a vantaggio della propria squadra.

Lepkevadász, Ungheria: il termine ungherese “lepkevadász” (in italiano “cacciatore di farfalle”) viene impiegato per descrivere quella situazione in cui una palla arriva nell’area di rigore, ma il portiere, pur muovendo le braccia in aria, non riesce ad intercettare il pallone, subendo così un goal. I suoi movimenti ricordano appunto un cacciatore di farfalle che muove il suo retino nell’aria senza però riuscire a catturare nessun insetto.

Pintalo de amarillo, Spagna: i tifosi spagnoli ricorrono a questa frase, traducibile in italiano come “dipingilo di giallo”, per chiedere all’arbitro di sanzionare un giocatore con un cartellino giallo.

Bal yapmayan arl, Turchia: con “un’ape senza il miele” in Turchia si fa riferimento a dei giocatori particolarmente “sfortunati”: pur sforzandosi e correndo molto lungo il campo durante la partita, non riescono ad ottenere dei buoni risultati per la squadra, in maniera molto simile ad un’ape che si muove di fiore in fiore senza poi produrre il miele.

Corto muso, Italia: si tratta di un’espressione originariamente usata nell’ippica, corrispondente alla lunghezza del muso di un cavallo, che nelle gare su pista indica la distanza minima che separa un concorrente dal suo avversario. Recentemente, questa locuzione è stata adottata anche nel linguaggio calcistico, introdotta per la prima volta da Massimiliano Allegri, per riferirsi ad una vittoria ottenuta con un minimo distacco necessario.

Bicycle kick, Inghilterra: una mossa sicuramente d’effetto è la “bicycle kick” (“calcio della bicicletta”), chiamata anche “overhead kick” (“calcio sopra la testa”) oppure scissor kick (“calcio a forbice”). Corrisponde alla ben nota “rovesciata” italiana, ovvero un salto all’indietro, come in una capriola, per colpire il pallone a mezz’aria: questo movimento delle gambe ricorda proprio quello che si fa pedalando una bicicletta.

Fahrstuhlmannschaft, Germania: letteralmente “squadra ascensore”, la “Fahrstuhlmannschaft” è quel team che, oscillando tra due serie, è troppo forte per un campionato inferiore, ma non a sufficienza per uno superiore. Di conseguenza, ottiene una promozione a cui però segue spesso una retrocessione. Questa continua oscillazione in alto e in basso nella classifica e nelle serie la fa pertanto assomigliare ad un ascensore!

Kattepote, Danimarca: questa parola danese, che si traduce in italiano come “zampa di gatto”, fa riferimento alla delicatezza ed eleganza con cui i giocatori più talentuosi sono capaci di colpire la palla.

Jedenáct statecnych, Repubblica Ceca: è raro che un termine calcistico tragga origine da un film, come nel caso di jedenáct statecnych che si può tradurre come “gli undici coraggiosi” e che si ispira alla pellicola “I magnifici 7”. Questa espressione fa riferimento ai giocatori che, prima di una partita importante, non riescono a rinunciare ad una serata di divertimento ma che sono poi pronti ad entrare in campo e a dare il meglio di sé. Per chi volesse approfondire i termini relativi al mondo sportivo, i docenti di Babbel Live hanno messo a punto anche una serie di unità di apprendimento progettate ad hoc tra cui, appunto, la lezione intitolata “Talk about sports and competitions” - “Parlare di sport e competizioni”.

Nasce oggi

Alberto Sordi nato il 15 giugno del 1920 a Roma. Figlio di un maestro strumentista (suonava la tuba e insegnava musica) e di una maestra, Albertone passò l'infanzia a Valmontone. Tornato a Roma nel 1937, studiò canto lirico fino a far parte del coro della Sistina: era un ragazzino con la voce da soprano, ma ben presto si scoprì un basso naturale. Anni dopo i primi contratti da doppiatore prestando la voce a Oliver Hardy, dopo aver vinto un concorso della Metro Goldwin Mayer nel 1937. La musica gli fu amica tante volte, dal teatro di rivista (rievocato nel suo "Polvere di stelle") durante la guerra fino al servizio militare quando militò nella banda del reggimento di fanteria "Torino", dall'iscrizione alla Siae come mandolinista negli anni '50 fino alle musiche di "Fumo di Londra" (la sua prima regia) che volle firmare insieme a Giuseppe Piccioni. Ha detto: “La pennica è sacra: un'ora e mezza a letto ogni giorno dopo pranzo. Sto disteso e godo nel sentire i clacson in lontananza. Quelli della gente che sta in macchina, in coda, suda, si affanna. Io ridacchio fra me e me e penso: ma 'ndo annate?”.