Vaccino Covid, Ema valuta il rischio di sindrome multi-infiammatoria sistemica

Nessuna modifica alle raccomandazioni. Attesi anche due studi sul vaccino J&J riguardanti i casi di tromboembolia venosa

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Roma, 3 settembre 2021 – Esiste o no il rischio di sindrome multi-infiammatoria sistemica con i vaccini Covid 19? E' quanto sta valutando la commissione di farmacovigilanza per la valutazione dei rischi dell'Ema, Prac, a seguito di un rapporto con l'uso del Comirnaty, vaccino di Pfizer-BioNtech, dopo un caso che si è verificato in un giovane di 17 anni in Danimarca. Il giovane si è completamente ripreso.

Alcuni casi di Mis, cioè sindrome multi-infiammatoria sistemica, sono stati segnalati in seguito alla vaccinazione con altri vaccini Covid-19. La Mis è una grave condizione infiammatoria che colpisce molte parti del corpo e i sintomi possono includere stanchezza, febbre grave persistente, diarrea, vomito, mal di stomaco, mal di testa, dolore toracico e difficoltà respiratorie. In questa fase, però – precisa l'Ema – non c'è alcuna modifica alle attuali raccomandazioni dell'Ue per l'uso dei vaccini Covid-19.

Il Comitato di farmacovigilanza dell'Ema sta rivedendo anche "i dati sui casi di tromboembolia venosa”, cioè i coaguli di sangue nelle vene, dopo la vaccinazione con l'anti-Covid monodose di Janssen (J&J). "Questo problema di sicurezza – sottolinea – è distinto dall'effetto collaterale molto raro della trombosi con sindrome da trombocitopenia (Tts, cioè coaguli di sangue associati a piastrine basse)".

"Il tromboembolismo venoso – afferma l'Ema - è stato incluso nel piano di gestione del rischio per il vaccino Janssen come problema di sicurezza da indagare, sulla base di una percentuale più elevata di casi osservati all'interno del gruppo vaccinato rispetto al gruppo placebo nei primi studi clinici analizzati per autorizzare questo vaccino”. Il Prac valuterà ulteriori dati provenienti da due ampi studi clinici sul vaccino J&J, "che devono essere presentati a breve dal titolare dell'autorizzazione all'immissione in commercio, al fine di valutare ulteriormente se la condizione è collegata al vaccino".