Gli Stati Uniti sperimentano la terapia del prof Rossi. "Sono partito dal virus dei gatti"

Depositata negli Usa una terapia sperimentale avviata dal professor Giacomo Rossi, 52 anni livornese, docente di Medicina Veterinaria all'Università di Camerino

Il prof Giacomo Rossi

Il prof Giacomo Rossi

Livorno, 13 aprile 2020  - E' stata depositata negli Stati Uniti da Francesco Bellini, imprenditore italo-canadese del settore farmaceutico, una terapia sperimentale per curare il 'Covid-19' avviata dal professor Giacomo Rossi, 52 anni livornese, docente di fisiopatologia ed immunopatologia alla scuola di Bioscienze e Medicina Veterinaria dell'università di Camerino, dove svolge anche la sua attivita' di ricerca.

Tutto nasce da uno studio sul coronavirus del gatto (FeCoV), "nel quale da molti anni si verifica una patologia molto grave, per lo piu' ad esito mortale, di cui non esiste un protocollo terapeutico o un vaccino efficace o protettivo". La terapia sperimentale si basa sull'utilizzo combinato di tre farmaci gia' noti, la L-Asparaginasi, usata dagli oncologi nel trattamento della leucemia acuta dei bambini, "un enzima che eliminando l'aminoacido asparagina taglia di fatto il legame dello spike virale (la proteina che forma la corona del virus, ndr.) con il suo specifico recettore cellulare, bloccando di fatto l'infezione.

La L-Asparaginasi, unito alla Clorochina, che "funziona bloccando l'ingresso del virus nella cellula tramite un altro meccanismo alterante il pH delle vescicole che trasportano il virus dentro la cellula", e all'Eparina, che "previene il danno acuto vascolare indotto dalla tempesta dell'infiammazione causata dal virus, e quindi la trombosi secondaria, copre in maniera completa infezione ed effetti dell'infezione sull'uomo". Rossi sottolinea anche "un effetto non trascurabile che tutti e tre questi farmaci hanno sulla infiammazione".

La terapia ha funzionato sui gatti e, del possibile impatto positivo anche sull'uomo, Rossi ne ha parlato prima con un medico di San Benedetto del Tronto, Remigio Piergallini, e successivamente con Francesco Bellini. 

L'imprenditore, una laurea in chimica alla Concordia University di Montreal, dottorato a New Brunswick e autore di una trentina di brevetti farmaceutici, guida dal 2001 la Picchio International, holding di famiglia con sede a Montreal, che gestisce la Bellus Health, societa' quotata in borsa e specializzata in neuroscienze e malattie rare, e la Klox Technologies, che si occupa dei disordini della pelle e della riparazione tissutale: entrambe fanno ricerca, brevettano e poi rivendono i medicinali terapeutici ai colossi del settore farmaceutico.

"E' nato un tavolo virtuale sull'asse Camerino-Montreal - racconta Rossi - e da qui il brevetto che, in tre giorni è stato depositato negli Stati Uniti (Washington DC): e' gia' in fase di valutazione in vari nosocomi statunitensi e canadesi per una rapida applicazione". Ora ad Unicam sono in fiduciosa attesa degli esiti dei primi trial clinici, per poter capire l'impatto che questo protocollo innovativo potrebbe avere in termini globali sulla pandemia. "Per me, toscano di Livorno, e' stato incredibile trovare nelle Marche un substrato e un perfetto connubio tra ricerca universitaria e il sistema imprenditoriale - sottolinea il docente e ricercatore -. Questo difficilmente si realizza e spesso determina un difficile confronto tra il mondo della ricerca e quello dell'applicazione pratica delle idee, come invece in questo caso di globale emergenza e' fondamentale avere".