
L'equipe di lavoro alla Cucinelli
Perugia, 29 aprile 2020 - La ’Cucinelli’ di Solomeo diventa terreno di ricerca per studiare come cammina il virus nella Fase 2 e 3, in un microcosmo chiuso. Un pò come accaduto a Vò Euganeo in Veneto. Si tratta della prima indagine umbra sul ruolo degli asintomatici, avviata grazie a un accordo tra il re del cachemire di Solomeo e l’Università di Perugia. Un team guidato dalla professoressa Antonella Mencacci, a capo dell’unità di microbiologia, con i professori Fabrizio Stracci (epidemiologo), Gaetano Vaudo (internista) e Paolo Puccetti (farmacologo) darà il via ai test di massa su mille dipendenti. «E’ un modello omogeneo, per età, con la stessa media della fascia più colpita in Umbria, provenienza geografica e attività lavorativa", spiega la professoressa Mencacci. All’esterno dell’azienda i dipendenti verranno prima sottoposti al test rapido sierologico prima del rientro al lavoro "per tracciare cosa è accaduto durante il lockdown. Poi saranno sottoposti al tampone molecolare che analizzeremo nei laboratori dell’Università e, dopo 14 giorni saranno nuovamente testati con il kit sierologico per eventuali sieroconversioni. In Fase 2 il gol è testare il più alto numero di asintomatici – aggiunge – che potrebbero generare nuovi focolai epidemici". Ma la ricerca che il team crede di concludere in meno di un mese servirà anche da modello per l’apertura delle realtà produttive in sicurezza " da applicare a contesti analoghi" visto che il Protocollo adottato a Solomeo è tra i più stringenti: distanziamento, disinfettanti, disinfezione, cambiamento dei posti di lavoro. E addirittura indicazioni precise per prendere il caffè.

«La nostra equipe aveva bisogno di un campione fisso, stabile di soggetti per capire, man mano che si allentano le misure, qual’è la mappatura della potenziale circolazione del contagio", spiega il rettore Maurizio Oliviero. Il progetto di ricerca, approvato dal Comitato di bioetica, vedrà l’impegno dell’Università – "che investe per provare a capire le modalità di diffusione del contagio", spiega Oliviero – e quello della Cucinelli pronta a mettere sul piatto risorse economiche. In particolare l’acquisto dei tamponi e del macchinario di nuova generazione per processare i campioni. "E’ un’attività – precisa il rettore – che non sarà svolta nei centri di diagnostica dell’Azienda, proprio per non sottrarre tempo all’analisi dei tamponi sulla popolazione". "E’ per me motivo di grande onore - il commento di Brunello Cucinelli - essere stato scelto dall’Università come partner nel progetto pilota di studio medico-scientifico per la ripresa in sicurezza dall’epidemia Sars-Cov-2. Spero che questi test costituiscano una grande base di studio. © RIPRODUZIONE RISERVATA