
Un bambino che fa i compiti
Firenze, 5 luglio 2023 - “Giusto mantenere l’esercizio, ma non bisogna esagerare coi compiti per le vacanze”. A parlare è Christina Bachmann, psicologa e psicoterapeuta, responsabile del centro risorse di Prato, équipe autorizzata dalla Regione Toscana al rilascio delle certificazioni sui disturbi dell’apprendimento. “Per apprendere sono necessari anche i momenti di svago e di recupero - dice la psicologa -. E’ importante dare dei compiti per non far perdere alcuni automatismi che altrimenti è difficile recuperare a settembre, ma i compiti non devono sostituire la scuola. Le vacanze sono fatte per staccare la spina, anche perchè durante l’anno i bambini ed i ragazzi hanno davvero tanti impegni”. Bachmann ci tiene a sottolineare che “l’apprendimento non avviene solo attraverso i libri di scuola”. In famiglia e con gli amici, infatti, si sviluppano “altri tipi di apprendimento” sotto il profilo della relazione e dell’emozione. “Se poi guardiamo ai ragazzi con bisogni educativi speciali, allora sì che c’è un maggior bisogno di staccare”, evidenzia la psicologa. Che aggiunge: “Il momento dei compiti non deve essere di stress per ragazzi e genitori, altrimenti si perde il valore educativo”.
Che fare, dunque? Trovare “il giusto equilibrio” facendo un vero e proprio programma, per creare quella routine che, da sempre, ci dà sicurezza. Dunque, bisogna individuare il momento migliore della giornata per dedicarsi allo studio ed evitare di finire subito gli esercizi della materia che ci piace di più. “Come avviene durante l’anno, il lavoro va ‘spezzettato’, alternando le varie materie - aggiunge Bachmann -. Bisogna aver chiaro l’obiettivo: i compiti servono per mantenere l’allenamento, altrimenti si rischia di dimenticare quanto studiato. Spesso, invece, si esagera e, francamente, non se ne capisce la ratio. In questo senso, le famiglie farebbero bene ad affrontare la questione prima dell’estate. Inutile lamentarsi un po’ sottovoce: la ‘mole’ dei compiti dovrebbe far parte della condivisione degli obiettivi didattici. Se la scorsa estate il carico è risultato eccessivo, perchè non farlo presente agli insegnanti? Spesso, la soluzione ai problemi è la più semplice”. Certo, aggiunge la psicologa, “l’ideale sarebbero i compiti personalizzati, in base alle necessità del ragazzo, ma avviene molto di rado”.
E se il figlio non finisce i compiti? “Il rush finale a settembre è inutile. Vedo genitori che, alla fine, si ritrovano a fare i compiti al posto dei figli. Un messaggio sbagliatissimo. Se mancano alcune pagine da finire, lo studente deve assumersi le proprie responsabilità e dirlo poi all’insegnante. In certi casi, il genitore può anche permettersi di ‘giustificare’ il figlio. Ma sono casi estremi: la via maestra è l’organizzazione, il saper diluire il lavoro nel corso dell’estate, senza eccessi. Perchè, appunto, anche il riposo fa parte dell’apprendimento”.