Guido Baccicalupi
Cronaca

Carrara è come Re Mida

Il commento

Guido Baccicalupi

Carrara, 2 novembre 2015 - Avete mai visto un paese petrolifero in bolletta? La risposta è scontata. No. Avete mai visto una città che produce, in esclusiva, l’«oro bianco» in crisi? Verrebbe da dire di no ma... Benvenuti a Carrara. Centro mondiale per l’estrazione, il commercio del marmo, quel marmo bianco che non basta a soddisfare le richieste che arrivano dalla Mecca dove si sta ampliando la più grande moschea al mondo. Un affare da capogiro che Carrara, anarchica e litigiosa, è riuscita a farsi sfuggire. I sauditi della famiglia Bin Laden (che da sempre avevano messo alla porta il terrorista islamico) si sono presentati con 50 milioni in contanti e si sono comprati metà Marmi Carrara, società che gestisce le migliori cave. Lo portano loro il marmo bianco alla Mecca, nelle poche segherie e laboratori del piano è quasi sparito. Eccolo l’oro bianco.

La strada dei marmi che ha tolto i mille camion al giorno dal centro cittadino è costata l’occhio della testa, più di cento milioni e ha indebitato il Comune fino al collo. Ora non c’è un soldo per riparare una strada. “Il cuore infranto” ha titolato lo scorso mese il National Geographic. Infranto il cuore delle Apuane che hanno cambiato fisionomia negli ultimi decenni, il cuore infranto delle segherie di trasformazione che hanno chiuso a ripetizione, il cuore infranto dei lavoratori che hanno perso il posto. Una città di paradossi, con una disoccupazione da profondo sud. Solo pochi ricchi e tanti “poveri” a Carrara.

Basta un dato: la guardia di finanza sta indagando su una partita di marmo venduta al nero nei mesi scorsi: 250 milioni guadagnati in un solo giorno da un imprenditore. L’oro bianco finirà? «Per ora – come racconta l’ex insegnante e fotografo di primo piano Elia Pegollo –, con il quantitativo escavato si potrebbe lastricare ogni anno un’autostrada a quattro corsie di 2.500 chilometri da Firenze a Stoccolma». Ma non le strade di Carrara.