DAVIDE COSTA
Cronaca

Nuovo cinema Toscana: "Servono investimenti. Non si vive senza aiuti"

Larini (Anec): "Restare a galla è dura: molti locali da ammodernare Va sostenuta l’offerta in provincia che soffre ma è un valore aggiunto"

Nuovo cinema Toscana: "Servono investimenti. Non si vive senza aiuti"

Firenze, 3 gennaio 2023 - Anche i cinema hanno bisogno d’aiuto per superare la fase post-pandemica e restare al passo coi tempi. L’allarme arriva da Fabrizio Larini, presidente di Anec Toscana, l’associazione che riunisce gli esercenti della regione.

Partiamo dai numeri, Larini.

"In Toscana ci sono 120 cinema, per 280 schermi. Di queste strutture, sette sono riconducibili a grandi imprese del settore, mentre in due casi ci troviamo davanti a medie strutture. Il resto, la stragrande maggioranza dei cinema toscani, è composto da piccole imprese".

Imprese familiari?

"Quasi sempre. In Toscana ci sono circa 1.500 famiglie che vivono grazie ad attività legate all’esercizio dell’attività cinematografica".

Giro d’affari?

"Intorno ai 34 milioni di euro, con circa 6 di biglietti staccati".

Quante strutture hanno dovuto chiudere i battenti per colpa della pandemia?

"Pochissime: un paio. Il problema non è stata la pandemia in sé per sé, ma le misure connesse. A partire dall’obbligo delle mascherine Fpp2. Nel nostro settore, oltre alla prolungata chiusura, il problema è stato quello di una ripartenza lenta e legata a restrizioni che si sono allentate solo in un secondo momento. Ma c’è dell’altro".

Ovvero?

"Il Covid ha rallentato, se non bloccato, la maggior parte delle produzioni cinematografiche. In Italia come nel mondo. I cinema e gli esercenti hanno subìto in particolare questo stop. La seconda parte del 2022, invece, dimostra che se il prodotto c’è la gente al cinema ci va".

Questi giorni di festa come stanno andando?

"Molto bene: i film usciti per Natale stanno mantenendo le attese: da Avatar ad Aldo, Giovanni e Giacomo le pellicole stanno ottenendo incassi importanti che danno sollievo a tutta la filiera. Non possiamo che essere soddisfatti, anche in previsione di un 2023 che vede film importanti in uscita".

In un quadro tutto sommato positivo, qual è il problema?

"In Toscana la presenza dei cinema nei paesi è ancora molto radicata. Questo è un bene, perché permette alle persone di andare a vedere un film senza allontanarsi troppo da casa. Una presenza così diffusa porta con sé una sfida: far sì che le sale restino al passo coi tempi".

Servono investimenti.

"Esatto. E non sempre gli esercenti sono in grado di farvi fronte. Due esempi: sostituire il proiettore di una sala di medie dimensioni può costare 100-120mila euro. Per comprare una poltrona nuova ci vogliono dai 400 ai mille euro. C’è bisogno di un aiuto per adeguare i cinema ai tempi".

Aiuto da parte di chi?

"Spesso sono le regioni a stanziare fondi per ammodernare le sale: in Toscana gli ultimi contributi al settore risalgono a una decina di anni fa, quando ci fu il passaggio dall’analogico al digitale. Da allora più niente". L’idea è quella di creare spazi più moderni, come il nuovo cinema Astra a Firenze?

"Sì, è il prototipo della sala del futuro. Che serve non solo a proiettare film, ma rappresenta uno dei pochi luoghi di aggregazione. Inoltre è spesso l’unico spazio dove poter ospitare conferenze culturali, incontri delle associazioni di volontariato: un aspetto sociale del cinema che non va ignorato".