MAURIZIO COSTANZO
Cronaca

Chaltron’s Cup, quando per vincere non serve essere campioni

La cinquantaseiesima edizione dello storico torneo di calcio al via dal 1° aprile ai campi del Cerreti. Fino a luglio si giocheranno quasi cento partite

Presentazione in Palazzo Vecchio

Firenze, 28 marzo 2019 - Un appuntamento che va avanti oramai da più di mezzo secolo e che è diventato tradizione. Il 1° di aprile, da oltre cinquanta anni, per molti fiorentini è non solo il giorno adatto agli scherzi, ma soprattutto la data in cui comincia la Chaltron’s Cup. Dopo un’attesa lunga 8 mesi, scandita dal count-down di più di trecentocinquanta cuori, senza contare i quasi duemila ‘ex’, il disincantato agonismo della Chaltron's torna ad animare le notti fiorentine.

 

Il tradizionale torneo di calcio, nato negli anni ‘60 in piazza della Vittoria sotto l’ombra austera dello storico Liceo Ginnasio Dante, è celebre per il suo particolarissimo regolamento che dà ai cosiddetti ‘scarponi’ l’opportunità di prevalere sui ‘bravini’. Quest’anno sono coinvolte 14 squadre dai nomi fantasiosi come ‘Beghe’ o ‘Sbronzi di Riace’, composte da giocatori di ogni età, in prevalenza affermati professionisti, tutti accomunati dallo status di ‘dantini’ o ‘dantex’, sinonimo di creatività, intelligenza e originalità.

 

“Un appuntamento all’insegna del calcio e dello stare insieme attraverso una riscoperta di un’identità che viene da lontano. Si ricordano gli anni trascorsi al liceo classico Dante – ha detto l’assessore allo sport Andrea Vannucci presentando l’evento – e si rinnova una tradizione. Essere “cialtroni” va al di là delle appartenenze politiche, di ceto e di simpatia calcistica. È una delle grandi forze di questo torneo che quest’anno si sposta al Cerreti. Un ringraziamento anche a Lorenzo Franco e Luigi Rimbotti, organizzatori di questo torneo”.

 

Da quest’anno il campo del Cerreti, destinato a diventare per le prossime generazioni fiorentine una vera e propria “cittadella chaltron”, gestito dalla società Aics-Campo di Marte farà da scenario delle quasi cento partite, fino a luglio inoltrato. Gli anni passano, ma la passione chaltrona continua a costituire un vero e proprio evergreen, ponendosi come crocevia per diverse generazioni, divise e al contempo unite dal sacro e dal profano, in un’atmosfera unica di accesa competizione e fiorentinissima autoironia.

 

Il torneo nasce nel negli anni ‘60 con edizioni improvvisate e partite in alternanza fra i pini di piazza della Vittoria o sui polverosi campi di Rifredi. Dopo un rodaggio pieno di rivalità e sfottò, dal 1969 il torneo si organizza con le prime 4 squadre, divise anche dalle diverse passioni politiche di destra e di sinistra, ribollenti in quegli anni. Ricorderemo soltanto i primi vincitori “ufficiali”: la squadra degli Attori in Erba, Paolo Poli, Giorgio Ariani, Ettore Baccani, con finale a porticine. Dopo di allora, la tradizione è proseguita senza soste.

 

Memorabili alcuni episodi fra cui la tragicomica trasferta ad Avellino per la finale di coppa Uefa Fiorentina-Juventus o la “zingarata” che portò qualche anno fa un’intera squadra Chaltron in visita a Sora da Pasquale Luiso, lo storico calciatore simbolo di genuina passione e presenza alternativa sui campi della serie A, da parte di una intera squadra a lui intitolata.

 

Semplici e al tempo stesso complesse le regole della manifestazione: per vincere, ogni imbroglio è lecito ma nel rispetto dei ‘princìpi’. A tutti i giocatori è attribuito un punteggio basato sull’abilità calcistica individuale e ogni squadra non può scendere in campo oltre il punteggio massimo consentito; quindi anche i meno bravi sono ‘costretti’ a giocare: vietata la partecipazione degli ‘stranieri’ salvo il superamento di un vero e proprio esame che ne determini la ‘coerenza allo spirito’ . Un torneo estremamente esclusivo, insomma. Riuscire a giocare la ‘Chaltron’ è infatti un risultato ambitissimo.