Cancelli aperti nel deserto di Rifredi. Alla stazione il pericolo è in agguato

Auto finisce sui binari, ma il giorno dopo tutto è come prima

Un giovane scavalca uno dei cancelli dell’area della stazione

Un giovane scavalca uno dei cancelli dell’area della stazione

Firenze, 3 ottobre 2016 -  CANCELLI APERTI e bar chiusi. Transenne che si scavalcano, sorveglianza sì, ma con le telecamere. Rifredi, il giorno dopo la grande paura, è più periferia che mai: è domenica, il punto di ristoro ha le serrande abbassate, l’edicola pure. L’altoparlante mette in guardia dall’arrivo di una “freccia”, molti hanno da salire su un treno locale anche se c’è pure chi attende un Intercity per Milano.

CI È VENUTA voglia di andare a vedere cosa accade alla stazione dopo che, sabato all’imbrunire, una manovra sbagliata di un automobilista distratto ha interrotto la circolazione ferroviaria per una buona mezz’ora e fatto rischiare il dramma, visto che chi era al volante stava per, anche se involontariamente, attraversare i binari.

Ci sono cartelli, segnali, avvisi che chi varca quella soglia va incontro a multe salatissime, è vero; ma quell’area delle Ferrovie adiacente alla stazione, anche parcheggio per gli autorizzati, rimane facilmente violabile. Ci permettiamo di suggerire che una sbarra o un qualsiasi tipo di regolamentazione più “severa” di un cartello sarebbe d’obbligo, dopo questo preoccupante precedente. Visto che di divise, delle Ferrovie o della polizia, non ne abbiamo incrociate.

GIÀ CHE CI SIAMO, facciamo il punto su questo terminal di passaggio, il più vicino all’ospedale di Careggi (difficilmente raggiungibile di questi tempi per via dei cantieri della tramvia), punto di arrivo e partenza per i pendolari, soprattutto quelli che lavorano sul lato opposto: lato via Panciatichi, per intendersi, la via più breve – su strada ferrata – anche per il nuovo palazzo di giustizia di Novoli.

I bagni ci sono, ma sono a pagamento: cinquanta centesimi ogni servizio e la gettoniera avverte i “bisognosi” che non eroga resto.

Ieri pomeriggio, un inserviente pulisce le scale e il sottopassaggio, cambia i sacchetti dei cestini, saluta un venditore che probabilmente è un habitué.

NIENTE DA DIRE sulla pulizia, dunque, anche se basta incamminarsi lungo via Fantoni, dove ci sono i capolinea degli autobus, per vedere una coppia scavalcare la recinzione e raggiungere una palazzina dismessa.

Sempre in quella zona di abbandono, sacchi pieni di sudicio e materassi abbandonati. Stamani Rifredi riprenderà vita grazie al caffé e ai giornali, ma alla stazione resterà quel sapore di periferia e la fila alle macchinette automatiche al posto della biglietteria.

ste. bro.