
La siccità cancella la Pesa Volontari salvano i pesci "Li portiamo verso l’acqua"
Firenze, 5 ottobre 2023 - “E’ come se fossimo a bordo di una locomotiva. Ecco, dobbiamo cercare di rallentarla. Mentre le future generazioni avranno forse l’arduo compito di fermarla”.
Il professor Marco Bindi, docente di Agroclimatologia all’Università di Firenze, per parlare dei cambiamenti climatici usa proprio il paragone con una locomotiva. “Per rispondere a quanto è davanti ai nostri occhi, da una parte bisogna, nel lungo periodo, ridurre le emissioni. Al contempo, nel breve periodo si è chiamati ad adattarsi per ridurre i rischi”, spiega il docente. “Rispetto all’epoca pre-industriale - afferma il docente, - registriamo un aumento della temperature di 1,1-1,2 gradi. L’obiettivo è, da qui alla fine del secolo, quello di far aumentare le temperature solo di 0,3 gradi, dato che dovremmo restare sotto l’aumento di 1,5. Ecco, l’obiettivo ottimale sarebbe questo. Ma è ovviamente di non facile raggiungimento”.
Che cosa è più urgente fare?
“Dobbiamo dotarci di strategie di adattamento, per ottenere la possibilità di avere dei risultati nel breve periodo, tenendo però ben saldo lo sguardo al futuro più lontano. È chiaro che noi facciamo maggior difficoltà a fare qualcosa di cui non si vede il risultato nel breve periodo. Invece, dobbiamo sbrigarci perché, in assenza di strategie di progressiva riduzione di emissione di gas serra in atmosfera, tra 20-30 anni potrebbero non servire più neanche quelle ‘strategie di adattamento’ che, per fare un esempio, consistono nel prediligere i mezzi di trasporto meno inquinanti, nel creare riserve d’acqua, di far attenzione alle nostre abitudini quotidiane. Sul lungo periodo, dobbiamo puntare alla neutralità carbonica. Alternative? La produzione di bio energie, il fotovoltaico e l’agro-fotovoltaico”.
È il 5 ottobre e sembra di essere a luglio… Di fronte a tutto questo, anche i più scettici non possono che arrendersi all’evidenza di un cambiamento del clima.
“Non c’è dubbio. Se si trattasse di un episodio isolato, di per sé non indicherebbe nulla. Invece l’anomalia sta quasi diventando la normalità. Il più delle volte, dall’estate si passa direttamente all’inverno. E poi guardiamo all’agricoltura: se prima le olive si iniziavano a raccogliere da metà novembre, ora tutto è anticipato di un mese. È di questi giorni la notizia che abbiamo vissuto il settembre più caldo mai registrato a livello globale. Questo ci deve far riflettere. Siamo sopra una locomotiva. Dobbiamo iniziare a fermarla”.
Altrimenti?
“Avremo sempre più eventi estremi e frequenti siccità. Sul lungo periodo, potremmo andare incontro a danni irreparabili, con ecosistemi che vanno ad estinguersi. Pensiamo alla barriera corallina: quando sarà esaurita, non si rifermerà. Avremo effetti negativi sulla biodiversità. E, ancora, l’innalzamento dei mari…. Guardiamo ad esempio al Mose di Venezia: se l’acqua diventasse troppo alta la sua funzione sarebbe inutile”.