Pnrr in Toscana, inghippo con l’Inps: risorse a rischio per i Comuni

L’allarme di Anci Toscana per la richiesta avanzata dall’istituto di previdenza. Verifiche sui contributi versati per i dipendenti dagli anni Novanta in poi. "E’ un problema delle loro banche dati. Enti locali trattati come evasori"

A rischio per i Comuni le risorse del Pnrr

A rischio per i Comuni le risorse del Pnrr

Firenze, 20 marzo 2023 - Un nuovo inghippo burocratico incombe su Comuni grandi e piccoli, facendo temere ai sindaci di perdere l’occasione del Pnrr.

Si tratta di alcune verifiche contributive sollecitate dall’Inps, che chiede conto ai Comuni dei versamenti previdenziali effettuati per i propri dipendenti, dagli anni Novanta in poi. Un controllo difficile da fare, visti i tanti anni passati. "Il problema è che l’Inps impone di fare tutto entro 90 giorni – racconta Simone Gheri, direttore di Anci Toscana, l’associazione dei Comuni – trattando gli enti al pari di evasori, quando in realtà si tratta di recuperare dati che a noi risultano regolarmente inviati all’Inps a suo tempo, ma che l’ente non ritrova.

Va precisato infatti che nella gran parte dei casi non siamo di fronte a soldi non versati, ma che Inps non riesce a rintracciare nelle proprie banche dati". Il problema più grave però è un altro. "Se il Comune in questione non ottempera alla richiesta – continua Gheri - rischia di vedersi arrivare un Durc (il documento unico di regolarità contributiva ndr) negativo. E questo, a sua volta, pone gli enti in difficoltà nell’incasso dei finanziamenti Pnrr e li porta ad avere molte altre problematiche che in questo momento davvero non possiamo permetterci di affrontare". L’elenco dei Comuni toscani che si sono rivolti ad Anci è lungo.

Quello di Pisa è stato oggetto di un invio massivo da parte dell’Inps di oltre 180 note di debito per regolarizzazioni contributive, per un importo complessivo contestato di circa 1,3 milioni di euro. Il Comune di Siena ha circa 50 richieste di regolarizzazione per quasi 600mila euro; la Provincia di Siena ne ha per oltre 500mila; il Comune di Firenze ha 180 pratiche da lavorare per quasi 2 milioni di euro; a Empoli ne sono arrivate 15 in due mesi per 60mila euro, ma altre potrebbero aggiungersi. Fra i più preoccupati, il Comune di Calci, in provincia di Pisa, il cui sindaco ha inviato una mail accorata a Ministeri, Regione, Prefetto, Anci e ai suoi colleghi di zona, dopo una richiesta di verifica su varie note di debito per circa 60mila euro.

«L’Inps – si legge nella missiva firmata dal primo cittadino Massimiliano Ghimenti – ha inviato a numerosi enti della Toscana ‘note di debito per regolarizzazioni contributive’, con le quali contesta il mancato versamento di alcuni contributi per i dipendenti, per un periodo che va dal 1993 al 2007.

L’Inps obbliga gli enti a produrre la documentazione utile a dimostrare la regolarità dei versamenti o a saldare entro 90 giorni gli ammanchi contestati. Per Calci si parla di oltre 60mila euro, una cifra enorme per il nostro bilancio. Ma soprattutto una cifra che non sarebbe affatto giusto pagare se, come riteniamo, si trattasse di versamenti già effettuati e non registrati dall’Inps. Noi oltretutto avevamo già una "liberatoria" Inpdap per molti di quegli anni. Si tratta infatti di pagamenti fatti anche più di 30 anni fa, quindi è pressoché impossibile ritrovare negli archivi i documenti cartacei. E chi si assumerà la responsabilità di richieste ingiuste e intempestive con possibili ripercussioni negative sugli enti? Per fortuna grazie alla mediazione del Prefetto di Pisa, che ha accolto immediatamente il mio appello, si è creato un tavolo. Attendiamo gli sviluppi".

Altrettanto forte è l’appello di Anci Toscana. "Chiediamo – dice Simone Gheri – di togliere le sanzioni e soprattutto di non legare queste verifiche su vent’anni fa con il Durc. Non siamo di fronte a evasori. I Comuni e i sindaci sono pronti a collaborare, ma a condizione di non venire penalizzati senza motivo".