New Delhi, un altro morto sospetto per il batterio killer. Parla l'esperto

Siena: il batterio killer uccide un ottantunenne del Pisano. Sarebbe la vittima numero 32

Stefania Saccardi

Stefania Saccardi

Siena, 16 settembre 2019 - ​La vittima numero 32 in Toscana del superbatterio New Delhi, il ricovero numero 709 (sempre che le statistiche regionali, elencate dall’assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi siano rimaste quelle di tre giorni fa) è un uomo di 81 anni, proveniente dalla zona di Volterra, ricoverato prima all’ospedale valdelsano di Campostaggia. E poi trasferito, venerdì, al policlinico delle Scotte di Siena. Dove è morto, nel reparto di terapia intensiva, sabato sera. L’uomo avrebbe avuto un quadro clinico già compromesso, potrebbe aver avuto problemi cardiaci, che avrebbero minato il suo stato di salute. Ed è per questo che la direzione dell’azienda universitario-ospedaliera di Siena ha già chiesto un riscontro diagnostico per stabilire con certezza le cause del decesso. Prima però ha comunicato alla Regione la morte del paziente, per aggiornare le statistiche e monitorare lo stato delle infezioni da New Delhi.

La parola d’ordine, che potrebbe spiegare anche il riscontro diagnostico chiesto dai vertici del Policlinico Le Scotte, è quella di non generare altro allarmismo, soprattutto in Toscana. Ricostruire esattamente il percorso clinico del paziente, quello che è accaduto durante i ricoveri, il suo stato di salute complessivo, dovrebbe contribuire a stilare la diagnosi precisa: il New Delhi potrebbe essere la causa o la concausa di quella morte. Come è, d’altronde, accaduto presumibilmente in tutti gli altri decessi.

Ma perché in Toscana la mortalità del superbatterio è al 40% e il numero delle infezioni è superiore a quello di altre regioni? Prima il decreto dirigenziale regionale aveva individuato nell’uso e abuso di antibiotici, assieme alla poco tempestiva applicazione di contromisure sanitarie capaci di impedire la diffusione del batterio, le ragioni di numeri così anomali. I vertici delle Scotte fanno notare anche che le percentuali siano prova di un’ospedalizzazione in Toscana di casi più gravi rispetto ad altre nazioni. In pratica, soprattutto nei policlinici regionali, sono ricoverati pazienti con patologie più complesse e con una situazione più grave. Una delle condizioni cruciali affinché l’infezione da superbatterio diventi letale, o sia in grado di provocare conseguenze pesanti. Inoltre in diverse province, tra cui Siena, è stato previsto uno specifico codice rosso al pronto soccorso, il C15, che equivale a ‘sospetto di Sepsi’ e fa sì che il paziente venga preso in carico con la massima priorità.

La tesi di Rino Rappuoli, capo scienziato e ad di Gsk Vaccines, pioniere mondiale della ricerca di rimedi contro l’antibiotico-resistenza, è molto più a largo raggio. "In Toscana - ha dichiarato a La Nazione da Bangkok - l’informazione sulla diffusione del New Delhi è più puntuale che altrove. Ma l’allarme è planetario, ovunque ci sono batteri che gli antibiotici attuali non riescono a debellare, non è più problema che riguarda solo i Paesi in via di sviluppo".

Per Rappuoli potrebbe essere addirittura un bene che dalla Toscana risuoni l’allarme. "Già da aprile - racconta lo scienziato - l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato il progetto ‘No time to wait’, non possiamo più aspettare. Le infezioni da superbatteri potrebbero provocare, secondo le stime, conseguenze economiche pesanti pari a quelle dei cambiamenti climatici. L’ultima scoperta di nuovi antibiotici risale al 1984. Nel frattempo i batteri come la Klebsiella (il New Delhi è una sua variante, ndr) o l’Escherichia coli, hanno sviluppato geni che resistono anche agli antibiotici somministrati negli ospedali".

LA MAPPA

Ecco i casi di isolamento del batterio New Delhi da novembre 2018 a agosto 2019

Azienda ospedaliero-universitaria Pisa: 31

Osp. Riuniti Livorno: 9

Ospedale unico della Versilia: 8

Presidio di riabilitazione cardiologico di Volterra: 6

Nuovo osedale delle Apuane (Massa): 4

Ospedale Lotti (Pontedera): 3

Ospedale civile di Cecina: 3

Ospedale San Luca (Lucca): 2

Un caso ciascuno per Aou Careggi, Aou Senese, Ospedale pediatrico apuano, Centro di riabilitazione di Terranuova Bracciolini, Ospedale San Jacopo di Pistoia, Ospedale Ss. Cosma e Damiano di Pescia, Ospedale civile di Piombino, Ospedale San Francesco (Barga), Ospedale S. Maria Maddalena di Volterra.

Rappuoli ha ottenuto l’anno scorso un grant europeo, un assegno di ricerca da 2 milioni e mezzo di euro, proprio per trovare antidoti contro l’antibiotico-resistenza. "I risultati non arriveranno in fretta - racconta - però abbiamo già individuato due vaccini contro il tifo e la Shigella, batteri che si sono potenziati con quei geni. Il primo lo stiamo già registrando".