LUIGI CAROPPO
Cronaca

Arno da proteggere, polemica sulle barriere: “No al piano regionale, forti rischi più a valle”

Immediata bufera dopo la notizia del progetto esecutivo con il Pnrr. Galli (Lega): "Offesa alla bellezza". Galletti (M5s): "Zero coinvolgimento"

L’immagine d’archivio di una piena dell’Arno a Firenze

L’immagine d’archivio di una piena dell’Arno a Firenze

Firenze, 22 maggio 2024 – La coperta, se non si porta a regime l’interno sistema di protezione dal pericolo alluvione, è sempre corta. Il sistema a monte, lontano dal completamento delle opere, è composto dalle casse di espansione (Leccio, Prulli, Pizziconi e Restone nei comuni di Figline e Incisa Valdarno, Reggello e Rignano) più dall’innalzamento della diga di Levane; a valle ci sono 15 milioni, come anticipato ieri da La Nazione, per difendere Firenze e il suo centro storico anche con barriere provvisorie, tra gli 80 centimetri e il metro, prima volta nella storia delle città. E oltre? I Comuni di Scandicci, Sesto Fiorentino e Campi Bisenzio "potrebbero avere un forte aggravamento delle condizioni di rischio idraulico" hanno fatto sapere, in Conferenza dei servizi, i tecnici dell’Autorità distrettuale di Bacino dell’Italia settentrionale.

La politica alza le barricate sul progetto. Il primo a scendere in campo è Giovanni Galli, consigliere regionale della Lega e candidato per le elezioni europee. "Il progetto delle spallette rialzate è un’offesa alla bellezza dei nostri lungarni – dice senza troppi giri di parole – Un’opera che aumenta il rischio idrogeologico per i comuni a valle di Firenze e che costringerà molti fiorentini a munirsi di paratie a loro spese" come nei tratti di lungarno Ferrucci e in Borgo San Jacopo (chiusure con porte a tenuta stagna). Per Galli si tratta "non solo un’opera antiestetica, una sorta di muraglione inamovibile per un lungo tratto dell’Arno fiorentino, cioè da Rovezzano fino a San Niccolò, ma anche un esempio del malgoverno del territorio in quanto scarica il rischio sugli altri comuni limitrofi a Firenze". E tornando indietro nella gestione del rischio idraulico il consigliere leghista sottolinea: "Inoltre, questo progetto rappresenta il fallimento della politica della sinistra, che dal 1966 a oggi non ha saputo trovare soluzioni definitive per la messa in sicurezza dell’abitato fiorentino. Basti pensare ai ritardi sulle casse di espansione a Figline". Galli sottolinea inoltre come "i Comuni della piana fiorentina non siano stati coinvolti, così come ci lascia basiti la raccomandazione della Sovrintendenza che si è limitata a segnalare solo il colore del muro in corten. E’ l’ennesimo esempio di ’protezione incivile’ targato Pd".

Irene Galletti e Silvia Noferi, del Movimento 5 Stelle in consiglio regionale, puntualizzano: "L’importanza di proteggere Firenze è indiscutibile. La prevenzione è una priorità, e tutti noi dobbiamo essere favorevoli a misure che salvaguardino il patrimonio storico, artistico e culturale della città. Tuttavia, emerge una critica significativa: sarebbe stata auspicabile una maggiore condivisione del progetto con la comunità e le altre forze politiche. Un coinvolgimento più ampio avrebbe potuto arricchire il piano con ulteriori prospettive e contributi". E guardando al futuro sottolineano che "il nodo centrale della sostenibilità economica nel tempo non può essere ignorato". È fondamentale "che la manutenzione, la logistica e le modalità di gestione degli interventi siano pianificate con attenzione, poiché questi aspetti richiedono un impegno economico continuo e significativo".

La speranza? "Che il nuovo progetto possa offrire una protezione adeguata alla città e una gestione sostenibile nel lungo termine, preservando allo stesso tempo la sua bellezza e il suo inestimabile valore culturale" concludono Galletti e Noferi.