Livorno e Pisa esplodono. "Periferie abbandonate. Qui la politica non c’è"

Banlieu di Toscana. Droga e violenza, morti e feriti: ogni giorno si legge un bollettino di guerra. Circoli e partiti scomparsi da tempo. E mancano veri progetti di recupero

Livorno-Pisa, 6 settembre 2022 -  Banlieue di Toscana. A leggerla così, l’effetto è quello di una coltellata. Più provocatorio che altro, se vogliamo. Ma oggettivamente la situazione di alcune periferie di Livorno e Pisa finisce col richiamare certe situazioni di degrado e tensione dei sobborghi intorno a Parigi.

La segnalazione, il blitz e la caduta in una domenica terribile per la periferia pisana. In via Galluzzi, in un palazzo di edilizia popolare, con famiglie che si conoscono da una vita e altri nuovi arrivi che preoccupano, la polizia municipale esegue un’irruzione in un appartamento trovando dentro tre tunisini, cocaina, eroina e oltre 6mila euro. Ma in una camera, appeso alla finestra, sorprende anche un giovane pisano incensurato che poi molla la presa facendo un volo di 10 metri. E’ grave in ospedale, ma pare che sopravviverà.

Un’operazione partita da un altro giovane, stavolta straniero, che non vuole che la sua ragazza si droghi. Così si rivolge agli agenti che seguono quello che considerano un semplice corriere dei clienti. L’italiano guiderebbe una sorta di taxi per portare le persone al domicilio dei pusher, anche se è estraneo allo spaccio. Sirene e caos si impadroniscono di Pisanova, a pochi metri dall’ospedale di Cisanello. "Abbiamo sentito come un boato", raccontano i residenti che chiedono più controlli su affitti. L’alloggio del blitz risulta intestato a un signore morto nel 2021, poi passato a una parente.

Tutti e quattro i fermati vengono liberati perché manca la flagranza. Denunciati i tre tunisini (due hanno precedenti, il terzo no, per spaccio) e il quarto che guidava la Ford Fiesta e prendeva (la ricostruzione) 10 euro a tragitto, per resistenza a pubblico ufficiale. "La politica dovrebbe tornare a presidiare i territori, noi lo facciamo - ci spiega il presidente del circolo Arci Pisanova, Luigi Branchitta - i banchetti non possono spuntare solo per le elezioni politiche".

Il sindaco Michele Conti commenta così: "Come amministrazione comunale faremo fino in fondo la nostra parte, perché siamo convinti si debba investire molte risorse nella cura dell’ambiente urbano, in modo da innescare quei comportamenti virtuosi di rispetto e convivenza civile che contribuiscono ad eliminare il degrado. Ma non basta: servono espulsioni rapide e nuove leggi, più severe".

"La depenalizzazione di determinati reati e condotte - prosegue Conti - determina una situazione che rende meno efficaci anche le misure anti degrado che i sindaci, non solo a Pisa, tentano di mettere in pratica nelle città. Il mio auspicio è che, con il nuovo Governo che si formerà dopo le elezioni politiche del 25 settembre, ci sia una maggiore possibilità di essere ascoltati come Sindaci per trovare, insieme, le risposte che i cittadini attendono sul fronte sicurezza".

Non è da meno Livorno. Sono anni che i residenti della Guglia e in particolare di via Giordano Bruno chiedono aiuto. E da una settimana il grido è diventato molto forte: c’è voluta la morte di Denny Magina, 29 anni, precipitato dalla finestra del quarto piano del civico 8, per richiamare l’attenzione. Un giro di droga, si indaga per omicidio. Fiorentina chiede aiuto così come Shangai, dove domenica notte c’è stato un inseguimento tra due auto finito con una sparatoria. Coinvolti tre rom e un nordafricano. Le periferie tremano, la gente ha paura. Ma i problemi vengono da lontano.

A Livorno la sinistra, forte di un radicamento nei quartieri storicamente “rossi“ come Fiorentina, Shangai ha chiuso molte sezioni. Per non parlare delle circoscrizioni, quei luoghi che, almeno a Livorno, erano punti di controllo del territorio. Tutto questo ha reso le periferie vulnerabili e sempre più lontane dalla politica. Così, in piena campagna elettorale, il tentativo di avvicinamento fatto dalla Lega in via Giordano Bruno è stato contestato dai residenti: "Non vi vediamo mai, venite ora perché volete i voti? Andate via". Il Pd invece è stato a debita distanza, sapendo che si porta dietro un bel fardello di responsabilità se, in una città come Livorno, non riesce più a scendere in piazza e a parlare con le periferie.

La ricetta? Quella del sindaco Luca Salvetti - che respinge il modello sindaco-sceriffo - si basa sulla presenza. "Presenza assidua puntuale in mezzo alla gente – dice – con la predisposizione di atti e progettualità per riaccendere i quartieri. Il prossimo governo faccia il controllo del territorio incrementando le forze dell’ordine. Noi abbiamo aumentato la municipale con 30 nuove unità". Salvetti invoca anche una "giustizia efficiente. Chi delinque non può essere fuori dopo tre giorni, qui non ci può stare". Al pugno duro fanno da controcanto le politiche sociali: "Entro la fine dell’anno faremo le elezioni per i sei consigli di zona e costituiranno la cinghia di trasmissione proprio con le periferie".