MICHELA BERTI
Cronaca

"No alla Nato nel Donbass". A Livorno i vessilli di Putin

Anche il cuore della sinistra estrema alla cerimonia in ricordo dei partigiani. Bottai, ex Pc: "Niente armi occidentali all’Ucraina perché alimentano la guerra"

"No alla Nato nel Donbass". A Livorno i vessilli di Putin

Livorno, 26 aprile 2022 - "Né un soldo, né una base, né un soldato. No alle guerre della Nato". Ad appendere lo striscione alla recinzione del liceo classico di Livorno, proprio davanti al bassorilievo dedicato al Partigiano, è stato ieri mattina Lenny Bottai, ex militante del Partito Comunista e storico campione di pugilato. Il 25 Aprile, festa per la liberazione del nostro Paese dal nazifascismo, ha assunto anche a Livorno un significato particolare in questo drammatico periodo segnato dalla guerra in Ucraina. Ma nella città di Benifei, Barontini, Jacoponi, e Bernini il cuore rosso della sinistra estrema batte forte dietro alla bandiera della Brigata Prizrak: "La resistenza che celebriamo oggi – ha urlato Bottai – è la stessa che stanno facendo le popolazioni del Donbass. Facciamo una guerra per procura degli americani che però stanno al caldo. Noi siamo contro la guerra tutta: o pace sempre, oppure ci prendiamo in giro. E allora l’indipendenza dell’Ucraina è giusta, ma niente basi Nato alle porte di Putin perché questo vorrebbe dire tornare alla guerra fredda e noi non lo vogliamo".

A Livorno anche i vessili delle autoprocalamate repubbliche separatiste (Foto Novi)
A Livorno anche i vessili delle autoprocalamate repubbliche separatiste (Foto Novi)

Insieme a Bottai un gruppo di giovani, gli stessi che domenica hanno sventolato allo stadio “Armando Picchi“ le bandiere delle autoproclamate repubbliche separatiste di Donetsk e di Lugansk durante la partita che la squadra di casa ha perso con il Figline. Show politico allo stadio che ha innescato la dura reazione della destra. Il capogruppo in consiglio comunale di Fratelli d’Italia, Andrea Romiti, ha presentato un’interrogazione dove chiede al sindaco Luca Salvetti di "prendere le distanze dagli ultras del Livorno che inneggiano a dittatori. Chiederò un question time al prossimo consiglio comunale. Dobbiamo dire chiaramente di stare con l’occidente e con la democrazia, mai con i dittatori oligarchi".

Una prima risposta il sindaco l’ha già data. Ieri mattina c’era anche lui davanti al bassorilievo del Partigiano mentre Bottai col pugno chiuso inneggiava al "Donbass libero". E prima di lasciare la piazza si sono salutati sorridendo, senza ipocrisia. Il sindaco, pochi minuti dopo nella sala consiliare, ha detto: "Dobbiamo tornare a chiedere a Putin di interrompere questa invasione e aprire un tavolo per la pace. Si dovrà lavorare per risolvere le questioni che hanno portato allo scontro che riguardano l’Ucraina ma anche le zone del Donbass dove da anni si stanno commettendo crimini contro l’umanità. Come noi con senso di solidarietà stiamo ascoltando le grida di aiuto del popolo ucraino, non possiamo ignorare le grida provenienti da altre popolazioni che si trovano a vivere un conflitto".