
Il professor Andrea Unger con una paziente
Firenze, 21 febbraio 2022 - Anziani fragili e anziani robusti: a pazienti diversi deve corrispondere un diverso approccio nell’assistenza. Careggi va verso la realizzazione di un polo geriatrico, mentre all’interno dei vari reparti i modelli di approccio si piegano alle esigenze dell’anziano. Prosegue il nostro viaggio all’interno del pianeta della terza e quarta età in un momento in cui si lavora a una riforma complessiva del sistema socio-sanitario-assistenziale. Ne abbiamo parlato con il professor Andrea Ungar, presidente eletto della Società italiana di gerontologia e geriatria (in carica dal 2023), direttore della Geriatria e terapia intensiva geriatrica di Careggi. Per la cura serve un modello che non sia standardizzato ma declinato alle esigenze del paziente. "Un modello di cura integrato. Ci sono anziani robusti, completamente autonomi e in buono stato di salute, per fortuna sono la maggioranza. Per loro il modello di cura è quello classico. Con grande attenzione alla prevenzione del decadimento funzionale". Che cos’è lo stato funzionale? Quanto è importante e come si mantiene? "Lo stato funzionale è ciò che l’anziano è in grado di fare nella vita quotidiana fino alla performance fisica. Importante la velocità del cammino. Tutti elementi che possono sembrare banali e che invece sono indicatori della valutazione prognostica. Lo stato funzionale ha un valore superiore rispetto alle malattie: si può avere molte malattie ed essere robusti e averne una sola ed essere fragili o disabili, quindi con prognosi peggiore". Diverso dev’essere l’approccio all’anziano fragile: come si individua? "E’ quel paziente non ancora disabile ma ad alto rischio di disabilità, ospedalizzazione, ricovero in Rsa e anche morte qualora si presenti un evento sfavorevole". Un esempio? "Il più classico: la frattura del femore. Anche se ben operata fa crollare l’equilibrio dell’anziano fragile con una netta riduzione dell’autonomia che va oltre il problema della frattura". Si cerca di evitare l’ospedalizzazione, ma quando non se ne può fare a meno alla dimissione il paziente ha perso autonomia. Come si può evitare? "E’ purtroppo noto da molti anni: l’anziano fragile che abbia ricevuto anche ottime cure, alla dimissione ha molto spesso perso autonomia. Il problema è l’ambiente ospedaliero. Careggi è pioniera per l’unità geriatrica per acuti. Sin dai tempi del professor Antonini il reparto di geriatria si è sempre concentrato sul mantenimento e il recupero dello stato funzionale". Serve un ospedale a misura di fragile. Un Meyer per gli anziani. "E’ quello che vogliamo realizzare. Il primo passo è la presa in carico del paziente a 360 gradi. Con la possibilità di alzarlo dal letto più volte al giorno. E’ noto che già con sole 36 ore a letto si perde il 30% della massa muscolare. Più attenzione all’alimentazione che deve essere più ricca in calorie e proteine. Servono sale da pranzo: tutti sappiamo che in compagnia si mangia di più. Gli anziani fragili da soli, scomodi nel letto, non mangiano". Quanto è importante che il luogo sia accogliente? "Fondamentale ai fini del successo della cura. L’ambiente dev’essere accogliente e bello. Come importante è l’empatia del personale sanitario per favorire il recupero e dare ottimismo al paziente. Anche l’illuminazione corretta, diurna e notturna, è un grande contributo: facilita l’orientamento e riduce il rischio di delirium. Mentre è impossibile in tempo di pandemia, ma veramente determinante, aprire il reparto alle visite dei familiari". Quante possibilità ci sono che venga effettivamente realizzato? "Non serve un grandissimo investimento logistico. E dove questo modello è applicato, con intervento multidisciplinare, si accorciano le degenze, si migliora il successo della cura. E si riducono anche significativamente i costi sanitari. Quindi fattibile". A che punto è Careggi? "Si sta sviluppando il modello già applicato da dieci anni per i pazienti fragili che devono subire un intervento cardiochirurgico anche alla chirurgia generale, all’oncologia. Una volta inquadrati come fragili vengono seguiti dai geriatri in tutte le fasi".