Cinque anni, muore annegato nella piscina. La tragedia dopo il pranzo al centro estivo

I carabinieri indagano sulla tragedia che si è consumata a Città di Castello

I carabinieri indagano sulla tragedia che si è consumata a Città di Castello

Città di Castello (Perugia), 16 luglio 2021 - Sarebbe stato un bambino come lui a dare l’allarme intorno alle 15,15. Un amichetto del campus ha chiamato i soccorsi senza nemmeno immaginare l’immane tragedia che aveva dinanzi agli occhi. «Gianmaria fa il morto in piscina. E pure le bolle". Ma Gianmaria Ciampelli, sei anni da compiere a settembre, originario di Città di Castello e figlio di un allenatore di calcio - quel Davide che fu vice di Federico Giunti nel Perugia – , aveva smesso di vivere realmente nella piscina di un agriturismo a Città di Castello - Il Centro ippico San Giovanni - dove stava frequentando un campus estivo come tanti bimbi della sua età.

E come ogni giorno - stando ai racconti dei presenti - aveva pranzato, fatto un pisolino e poi era andato in piscina dove è morto per quello che i sanitari del 118 hanno già classificato "sospetto di annegamento". Se poi sia stato un malore a farlo cadere in acqua dal bordo piscina, oppure se il piccolo si sia tuffato e non sia riuscito a nuotare, saranno le indagini in corso da parte dei carabinieri, e l’autopsia, a stabilirlo. Resta il dramma dell’ennesimo bimbo morto in Umbria che avviene appena quattro giorni dopo la tragedia della piccola di 7 anni annegata nella piscinetta gonfiabile davanti casa a Panicarola, nell’area del Trasimeno in appena 25 centimetri di acqua domenica scorsa.

Ieri pomeriggio l’allarme è scattato intorno alle 15. Il personale del 118 ha cercato di rianimare il bimbo per oltre un’ora per poi arrendersi all’evidenza: il suo cuore aveva smesso di battere. Gli investigatori della compagnia dei carabinieri di Città di Castello, diretti dal capitano Giovanni Palermo, hanno recintato l’area della tragedia e sentito a sommarie informazioni sia i responsabili della struttura che gli educatori del campus per chiarire se la piscina fosse o meno controllata da personale specializzato (sarebbe stata profonda un metro e 40 centimetri) e se Gianmaria fosse stato lasciato solo e incustodito in quel momento. Già oggi il pubblico ministero di turno, il procuratore aggiunto Giuseppe Petrazzini, affiderà al medico legale Massimo Lancia l’incarico di effettuare l’autopsia e stabilire se ci siano eventuali responsabilità nell’accaduto. Eri. P.