MAURIZIO COSTANZO
Cronaca

Almanacco del giorno: 22 ottobre 1942, il bombardamento a tappeto che distrusse Genova

La sera successiva il panico per un nuovo attacco diede origine al massacro della Galleria delle Grazie: uno degli avvenimenti più tragici del periodo bellico genovese

Genova, il bombardamento del 1942

Firenze, 22 ottobre 2021 - Quando scese la notte su quel tragico 22 settembre, Genova conobbe l’inferno. Circa un centinaio di bombardieri Lancaster, in forza all’esercito britannico, sganciarono 179 tonnellate di bombe sulla città. Centinaia di ordigni vennero rovesciati sul centro cittadino: furono colpiti Piazza De Ferrari come il porto, i cantieri navali, i quartieri orientali. Subirono gravi danni la stazione ferroviaria di Brignole, l’ospedale di Pammatone, le chiese di Santa Maria in Passione e Sant’Agostino, Sottoripa, i palazzi Spinola, Tursi, San Giorgio e Ducale.

A rendere più drammatica la situazione, il fatto che si era trattato del primo bombardamento in assoluto su una città italiana a utilizzare la tecnica dell’area bombing, con impiego massiccio di spezzoni incendiari, che in pratica rasero al suolo più di 30 ettari di superficie edificata. Col risultato che i genovesi, dopo il bombardamento, non solo si ritrovarono a fare i conti con morti  feriti, distruzioni e macerie. Ma anche con incendi di proporzioni mai viste in precedenza, alcuni domati addirittura 24 ore dopo. L’indomani mattina, nei quartieri colpiti giunse il re Vittorio Emanuele III, mentre la regina Elena fece visita ai feriti negli ospedali.

Quello fu il primo di numerosi bombardamenti aerei a tappeto. La sera successiva il panico per un nuovo attacco, diede origine a uno degli avvenimenti più tragici del periodo bellico genovese. Nella disperata corsa ai rifugi, la gente si precipitò verso la Galleria delle Grazie presso Porta Soprana, cadendo rovinosamente su altre persone, uccidendo quelle che premevano per entrare, stritolandole e calpestandole. Morirono schiacciati, secondo le stime ufficiali, in 354.  Ma cos’era successo esattamente nel tragico massacro della Galleria delle Grazie? La fitta rete di gallerie da cui è attraversata la città, durante la guerra costituì il reticolo dei rifugi sotterranei dove, nel corso dei bombardamenti, si andava a riparare la popolazione. L’imbocco della Galleria era una scalinata già pericolosa di per sé, essendo molto ripida scivolosa: venne perciò affidata a dei soldati il compito, quando scattava la sirena, di aprire i cancelli del rifugio e regolare l’afflusso delle persone.

La sera del 23 ottobre 1943, mentre l’ennesimo allarme – che per ironia della sorte risultò infondato, dal momento che gran parte dei 122 bombardieri decollati si dispersero per il maltempo - spinse tutti i genovesi a correre verso la Galleria, i soldati non arrivarono e i cancelli rimasero chiusi. Qualcuno, nella ressa, cadde travolgendo e trascinando con sé altre persone: secondo alcune stime addirittura in 500 morirono imbottigliati e schiacciati gli uni contro gli altri. Per liberare la galleria i soccorritori dovettero spezzare i corpi intrecciati dei cadaveri. Il giorno dopo i corpi delle vittime vennero allineati nei pressi della Banca d’Italia per una cerimonia funebre collettiva che aggiunse dolore al dolore. Ma perché Genova era stata così presa di mira durante la Seconda guerra mondiale? L’importanza del suo porto e delle sue industrie, a partire dall’Ansaldo e dalla Piaggio, l’avevano resa un obiettivo sensibile. Per via del suo ruolo di polo industriale e di primo porto italiano, venne costantemente colpita e massacrata dai bombardamenti alleati, sia dal cielo che dal mare. Dopo l’8 settembre 1943 e fino al 1945, gli attacchi sulla città si intensificarono. Nell’arco dei cinque anni di guerra si contarono 86 incursioni aeree sulla città, di cui ben 51 solo nel 1944.

Nel corso del secondo conflitto mondiale, Genova era una città distrutta, annientata, ferita al cuore. Danneggiata nei principali ospedali, mutilata nei suoi palazzi storici. Per le strade impraticabili e ricoperte di macerie, si contavano 50mila senzatetto. Dimostrò però una forza e una determinazione unica nel saper rinascere, e risorgere dalle macerie. Tant’è che è stata l’unica città d’Europa in cui le forze armate del Terzo Reich si arresero all’azione delle forze partigiane, e per la sua fervida attività antifascista, decorata al valor militare per la liberazione con la medaglia d’oro della Resistenza. Dopo cinque anni di sofferenza, le tanto rischiose quanto formidabili operazioni messe in atto dalle forze partigiane tra il 23 e il 25 aprile 1945, riuscirono finalmente a liberare la città dalle truppe tedesche. Quando l’indomani giunsero le avanguardie alleate, queste rimasero sbalordite nel trovare una città aspramente ferita dalle bombe, ma viva: con la rete elettrica in funzione e i tram circolanti.

Nasce oggi

Valeria Golino nata il 22 ottobre 1965 a Napoli. Attrice e regista di successo e internazionale, nel corso della sua carriera è stata insignita di prestigiosi riconoscimenti. È stata tra le protagoniste di molti film di successo americani tra cui ‘Rain Man – L’uomo della pioggia’ dove ha recitato a fianco di Tom Cruise e Dustin Hoffman.