
Bikini (foto Ansa)
Firenze, 3 giugno 2023 – Era il 3 giugno del 1946 quando a Parigi sfilò un capo mai visto prima in passerella, ma che avrebbe rivoluzionato la moda al femminile: il bikini. Il due pezzi in realtà era già noto e indossato nell'antichità, al tempo dei greci e degli antichi romani, ma da quel momento sarebbe entrato a far parte del guardaroba estivo delle donne. Il nome ‘bikini’ non fu scelto a caso, ma derivava dall'effetto dirompente che si immaginava avrebbe avuto sui costumi, come effettivamente è stato. A lanciare questo capo è stato il sarto francese Louis Reard, ma il successo non fu immediato come si potrebbe pensare. Il papà del bikini infatti incontrò, almeno ai primi tempi, delle grandi difficoltà nel pubblicizzare la sua creatura: nessuna modella voleva indossare un costume tanto piccolo e scabroso, e allora, al povero sarto non restò che ingaggiare una disinibita spogliarellista del Casino de Paris. Il nome bikini è ispirato all'atollo omonimo delle Isole Marshall, dove in quegli anni gli Usa conducevano una serie di test nucleari. Secondo Réard la sua invenzione avrebbe avuto gli stessi effetti dirompenti, paragonabili a vere e proprie esplosioni: e così è stato. Col passare del tempo, questo costume da bagno è stato consacrato da star del cinema come Ursula Andress, nei panni di Honey Ryder in Agente 007 Licenza di uccidere del 1962, Rita Hayworth nel film "Gilda", che indossò un due pezzi che le valse il soprannome di 'atomica', e ancora Brigitte Bardot nel film "E dio creò la donna" e Raquel Welch in "Un milione di anni fa". Nasce oggi Enzo Jannacci nato il 3 giugno del 1935 a Milano. È stato uno tra i maggiori protagonisti della scena musicale italiana del dopoguerra. Un personaggio più unico che raro della cultura popolare italiana, medico prestato alla canzone, musicista prestato alla commedia. È stato cantautore, pianista, cabarettista, sceneggiatore, attore. Dai primi coraggiosi esperimenti degli anni Cinquanta ai successi musicali che lo hanno reso famoso, Jannacci è stato testimone del suo tempo, capace di dividersi tra musica e medicina, tra concerti, dischi e produzioni, tra teatro e televisione, pubblicità, regie e arti marziali, cinema e cabaret, sempre seguendo una traiettoria di umorismo, nonsense, e riflessioni sulla società. Tra le tante sue canzoni più amate, da 'L'Armando' a 'Ci vuole orecchio', da 'Messico e nuvole' a 'Vincenzina e la fabbrica', da 'Vengo anch'io' a 'Faceva il palo'. Ha detto: “Se il Nazareno tornasse ci prenderebbe a sberle tutti quanti. Ce lo meritiamo, eccome, però avremmo così tanto bisogno di una sua carezza”.