REDAZIONE CRONACA

15 settembre 1578, la traslazione della Sindone a Torino

Dalla sua eccezionale tridimensionalità all’esame al radiocarbonio: i misteri della reliquia più studiata, famosa e affascinante al mondo

La Sindone

Firenze, 11 settembre 2022 - È il lontano 1353 quando inizia la storia della Sindone, avvolta fin dal primo istante da un alone di mistero. In quell’anno un cavaliere crociato, tale Geoffroy de Charny, disse che in Oriente era venuto in possesso del sudario di Cristo.

Nella città di Lirey fece costruire lui stesso una chiesa che custodisse la reliquia. Ma quando la notizia si sparse, e non appena iniziò da tutta Europa un pellegrinaggio di moltissimi fedeli, nacque una diatriba in seno all’ordine ecclesiastico. Da una parte Pierre d’Arcis, vescovo di Troyes, ne vietò l’ostensione bollandola come falso, dall’altra l’antipapa Clemente VII, che però in Francia veniva considerato come legittimo pontefice, cercò di gettare acqua sul fuoco autorizzando sì l’esposizione, ma a patto fosse dichiarato si trattasse di un ‘dipinto’. Tuttavia il compromesso non andò a buon fine e il vescovo riuscì a trovare anche un pittore pronto a dichiararsi ‘autore’ della Sindone, che dopo poco sparirà. Solo nel 1506 papa Giulio II autorizzò la venerazione della reliquia, ma a distanza di pochi anni, nel 1532, il Sacro Lino rischiò di andare perduto per sempre, quando nella Cappella Santa del castello di Chambéry le candele e l’argento fuso del reliquiario innescarono un incendio.

Le suore clarisse rattopparono le parti bruciate ma le vicissitudini del Sacro Sudario non erano finite. Anche il primo viaggio ufficiale da Chambery a Torino, dove giunse il 15 settembre 1578, è avvolto dal mistero: il lenzuolo venne racchiuso in un cofanetto di legno che non doveva attirare l’attenzione né dare nell’occhio, ma non si sa con certezza da dove è passato il corteo di sicurezza che lo scortava oltre le Alpi. Di certo la scienza ha provato che il lenzuolo venne utilizzato per avvolgere un uomo crocifisso con chiodi, che però trapassarono i polsi e non le mani. E sempre a differenza dell’iconografia classica, sul capo non aveva una corona ma un casco di spine. C’è poi il mistero della tridimensionalità che rende unica la Sindone: come può essere accaduto che un corpo umano avesse lasciato questo tipo d’impronta?

Alcuni lo hanno spiegato ipotizzando una reazione chimica avvenuta tra i vapori di ammoniaca del corpo e l’aloe e la mirra usati anticamente per cospargere i cadaveri. Altri hanno ipotizzato una radiazione di luce sprigionata dall’interno del corpo stesso o da sorgenti e fattori esterni. Sul lenzuolo sono state poi trovate anche tracce di pollini di 58 diverse piante, presenti unicamente in Palestina. Nel 1978 un altro studio ha confermato che l’immagine è apparsa successivamente alle macchie di sangue, formatasi attraverso un processo di ossidazione-disidratazione ignoto ma certamente non artificiale. Col radiocarbonio si è cercato infine di datare il sacro lenzuolo, ma quando i risultati hanno indicato una finestra temporale compresa tra 1260 e il 1390 d.C., incompatibile con l’epoca in cui visse e morì Gesù, vari scienziati avanzarono molti dubbi su un possibile inquinamento del tessuto. Tra tanti misteri e l’infinita diatriba sulla sua autenticità, un’assoluta certezza: questo sudario è tra gli oggetti più studiati, famosi e affascinanti al mondo.

Nasce oggi

Agatha Christie nata il 15 settembre 1890 a Torquay. La più grande scrittrice di gialli, che imparò a leggere da sola quando aveva cinque anni, è stata autrice di libri polizieschi famosissimi, tradotti in oltre 100 lingue e venduti in oltre 100 milioni di copie. Ha scritto: “Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova”.

Maurizio Costanzo