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Svolta per il Biotecnopolo: "O io vado via davvero"

Siena, Rappuoli attacca: "Un limbo da diciotto mesi, burocrazia assurda"

"Il centro nazionale anti pandemico servirebbe non solo a prevenire una futura pandemia, ma anche ad affrontare problemi attuali come i batteri resistenti agli antibiotici, vaccini contro il cancro e malattie emergenti... La nostra burocrazia è incredibilmente complessa e si somma al problema dei governi che si avvicendano rapidamente. Quando riesci a convincere qualcuno della bontà della tua idea, tutto cambia e devi ricominciare da capo. Vale per la sinistra come per la destra". Sono due delle frasi dell’intervista di Rino Rappuoli su la Repubblica, un sasso buttato nella palude in cui è finito il Biotecnopolo di Siena e il connesso Centro nazionale antipandemico. Da 18 mesi, da quando lo statuto del Biotecnopolo è diventato legge, si assiste a un balletto tra i quattro ministeri soci fondatori (Sanità, Università, Economia e Finanze, Imprese e Made in Italy) che ha portato solo al cambio di presidente (Marco Montorsi al posto di Silvio Aime) e a due nuovi membri su 5 nel consiglio d’amministrazione. Rino Rappuoli è rimasto direttore scientifico, ma aspetta che i quattro ministri approvino il nuovo statuto che dovrebbe prevedere un direttore amministrativo. "Dobbiamo scindere la scienza dalla gestione - ha detto la ministra dell’Università Anna Maria Bernini una settimana fa a Siena - ed evitare di sprecare i soldi degli italiani".

Un ritornello che i ministri, a turno, intonano da troppi mesi. E Rappuoli ha rivelato di aver esaurito la sua scorta di pazienza. E che potrebbe andare via se il centro antipandemico e la casa madre Biotecnopolo non dovessero partire. "Per me l’Italia è ancora una sfida - ha concluso Rappuoli - e sono convinto che sia giusto fare il Biotecnopolo, qui e con il pubblico".

Il sasso nella palude dell’inerzia governativa ha provocato molte reazioni. Il presidente della Toscana Eugenio Giani è pronto a raccogliere "il grido di dolore di Rappuoli. Non possiamo perderlo per vederlo andare in altri lidi che sicuramente faranno suonare le sirene. Dobbiamo dare l’opportunità a Rappuoli di restare qui con un ruolo di responsabilità e di giusta importanza, ad esempio in Toscana Life Sciences". Al fianco di Rappuoli scienziati come Walter Ricciardi ("Il suo addio sarebbe una perdita per il Paese"), Fabrizio Pregliasco ("Un’opera come il Biotecnopolo di Siena lasciata a metà, sarebbe una cattedrale non finita, un’altra occasione persa da parte dell’Italia") e Maria Rita Gismondo. Ma anche voci contrarie, come quella di Matteo Bassetti: "Ho sempre avuto grande stima di Rappuoli nel campo dei vaccini. Ma sono meno d’accordo sull’arrogarsi di essere il centro italiano di riferimento per i batteri resistenti. Non credo sia giusto concentrare le risorse italiane contro le pandemie in un unico centro".