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Quando il volo è un’arte. Firenze da cinque secoli è sicuramente la sua Musa

Il libro di Roberto Baldini, giornalista a La Nazione ma anche pilota “Il cielo dei temerari“: tra i tanti anche Leonardo e l’impresa dal monte Ceceri .

Quando il volo è un’arte. Firenze da cinque secoli è sicuramente la sua Musa

Quando il volo è un’arte. Firenze da cinque secoli è sicuramente la sua Musa

"Se il volo è un’arte, Firenze è uno dei suoi musei. Se il volo è un miracolo, questa città è uno dei suoi santuari. E se il volo è solo poesia, Firenze, da cinque secoli, è la sua Musa".

E’ con il rigore del giornalista, ma con la passione e la poesia di un cantastorie, che Roberto Baldini, per una vita giornalista de La Nazione ma anche pilota, ha scrutato il cielo sopra Firenze, per raccontare come l’impresa del volo, tra le tante, sia nata fra le stesse colline che hanno ispirato i grandi artisti rinascimentali. Per atterrare poi proprio lì, fra le braccia di uno dei suoi più illustri e memorabili geni: Leonardo da Vinci, che dal monte Ceceri tentò la sua prima apertura d’ali. Si intitola Il cielo dei temerari, il libro che ripercorre la storia del volo a Firenze, che è appena arrivato in libreria in una edizione aggiornata, sempre pubblicato da Edizioni Medicea.

"Il libro nacque per raccontare le travagliate vicende dell’aeroporto Vespucci, che seguivo da giovane cronista de La Nazione e anche da appassionato di volo – racconta Baldini –. Ma divenne presto un entusiasmante viaggio nel tempo che mi portò agli anni Settanta, Sessanta, Cinquanta, poi al tempo delle due guerre e all’inizio del secolo, quando i fiorentini scoprirono il miracolo dell’aeroplano; e ancora, passando tra le “caroline” e le mongolfiere a cavallo tra Settecento e Ottocento, fino al Rinascimento, per ritrovarmi sul Monte Ceceri, davanti al cippo che ricorda la leggenda del volo di Leonardo".

Baldini spiega che salendo verso Fiesole si trova una lapide sotto il muro di Villa La Torrosa che ricorda quel primo volo.

Secondo una leggenda che regge da più di cinque secoli, è il luogo dove Zoroastro da Peretola, fedele collaboratore di Leonardo, atterrò in qualche modo, forse rompendosi una gamba, dopo aver planato per mille metri dal Monte Ceceri, appeso a una sorta di aliante. Da qui Il cielo dei temerari prosegue con la storia dell’aviazione.

Si rammenta che il primo volo umano su Firenze partì da piazza del Carmine e si concluse a Pontassieve: "Era il 16 Luglio 1795. L’epoca dei palloni non durò molto, anche se a un certo punto ne volavano così tanti che il Granduca fu costretto a imporre sulla città la prima no fly zone della storia - scrive Baldini -. Verso la fine dell’800 il cielo cominciò a popolarsi anche di alianti e uomini-uccello, il più famoso dei quali fu il tedesco Otto Lilienthal. Bisogna aspettare fino al 1903 prima di vedere il primo vero aeroplano volare, sia pure per pochi metri, a Kitty Hawk nel Nord Carolina, ai comandi di Orville e Wilbur Wright. E già nel 1910 i fiorentini potevano accorrere al Campo di Marte per emozionarsi davanti ai primi “esperimenti di aviazione” come titolavano La Nazione e gli altri giornali dell’epoca. Poi negli anni Trenta si posò la prima pietra di Peretola, e da qui cominciò una storia infinita che dura ancora oggi".