
L’influencer della violenza Sorveglianza speciale al trapper "Le minacce sono il suo marketing"
di Alessandro Crisafulli
Trash marketing che sfocia in pura delinquenza, o viceversa. Influencer della violenza, con scampoli di note e di arte e reati vari. Tra deliri e manette. Tra follower e sirene. Tra rime baciate e armi puntate. Tra palco e realtà: sempre più triste. Dopo le scorribande di volti ormai noti come Baby Gang e Simba La Rue (un anno fa protagonisti di una sparatoria in piena movida), un altro trapper sotto i riflettori. Parole e musica di Simone Rizzuto, in arte Mr. Rizzus, 25enne che si autoproclama su Instagram (36mila seguaci) “Il Re di Monza“. Da ieri, più concretamente, un sorvegliato speciale. Anche per lui, il solito ritornello, con "il rumore dei nemici" da coprire con minacce, insulti e peggio ancora, che siano "colleghi", sbirri o personaggi noti.
Per un anno – secondo quanto stabilito nel Decreto del Tribunale di Milano – "dovrà vivere onestamente e rispettare le leggi fissando una dimora certa dalla quale non potrà allontanarsi senza preventivo avviso alle autorità di pubblica sicurezza, restare in casa dalle 22 alle 7, non associarsi a pregiudicati, presentarsi al Sert per avviare un percorso di disintossicazione dall’uso e abuso di sostanze stupefacenti". Il provvedimento è arrivato su proposta del questore di Monza Marco Odorisio, dopo l’analisi dei comportamenti "antisociali e pregiudizievoli della sicurezza e tranquillità pubblica", sia online che offline, tenuti dal giovane residente a Villasanta e noto anche per le minacce a Valerio Staffelli di Striscia la Notizia e sua figlia. Mr. Rizzus si è sempre distinto per video infarciti di inni a droga, alcol, criminalità, armi, spesso registrando in condizioni di evidente alterazione psico-fisica.
Il trapper si è reso responsabile, fin da minorenne, di rapine e lesioni personali, oltre che di diffamazione e atti persecutori ai danni della sua ex fidanzata: le aveva imposto di cancellarsi dai social network, arrivando a obbligarla a lasciare la scuola. Nel 2019 le prime minacce di morte all’inviato di Striscia Vittorio Brumotti, mimando il gesto del taglio della gola. Poi quelle al collega Staffelli e alla figlia. "Condotte il cui disvalore risulta fortemente amplificato dalla diffusione delle stesse tramite piattaforme social – è spiegato nel provvedimento – frequentate da un pubblico di giovanissimi follower, che possono essere facilmente indotti ad assumere comportamenti emulativi e pericolosi".
Condotte che "potrebbero ancora trovare spiegazione in una (distorta) logica del marketing e sponsorizzazione del proprio personaggio sul piano artistico-musicale", mentre "risultano del tutto gratuiti e per questo più gravi, i fatti che hanno danneggiato privati cittadini".
"La legge non è uguale per tutti", la replica di Mr. Rizzus, affidata a una storia su Instagram.