Il giorno del Dragone. Il Capodanno cinese fa brillare Prato con colori e musica

Centinaia di persone alla grande sfilata dalla periferia al centro. Anche il sindaco Biffoni all’arrivo davanti al Castello dell’Imperatore. "Qui l’integrazione è un valore importante. E quest’evento lo dimostra".

Il giorno del Dragone. Il Capodanno cinese fa brillare Prato con colori e musica

Il giorno del Dragone. Il Capodanno cinese fa brillare Prato con colori e musica

Doveva essere una grande festa e le attese non sono state affatto disilluse. Una festa di colori, costumi, musica, bandiere, con il dragone ovviamente a farla da assoluto protagonista. Una festa per tutte le età, che ha visto uniti giovani e meno giovani, e anche comunità differenti, quella cinese e italiana, ma non soltanto.

La sfilata del Capodanno Cinese di ieri ha richiamato tante persone nelle piazze e nelle strade della città, fra chi ha partecipato attivamente all’iniziativa, come l’Associazione buddhista della comunità cinese (organizzatrice dell’evento) o il Gruppo Storico Montemurlo, e i tanti presenti, fra commercianti, curiosi e appassionati della cultura orientale.

Il culmine della mattinata si è avuto con l’arrivo in piazza delle Carceri. Indovinata la scelta di spostare il traguardo finale rispetto all’anno scorso (quando la manifestazione si concluse in piazza del Comune), alla luce del bagno di folla che ha salutato il corteo.

"Prato è una città multietnica, dove l’integrazione è un valore importante. E questo evento ne è la dimostrazione", le parole da piazza delle Carceri del sindaco Matteo Biffoni, in rappresentanza dell’amministrazione comunale, assieme a diversi assessori. Non è voluto mancare il console generale cinese Guan Zhongqi.

Al termine della sfilata, ecco performance di danza e musica tipiche della cultura cinese. Il folto colteo è stato accolto - in particolare in zona Chinatown - da moltissimi orientali (commercianti ma anche semplici cittadini) con banchi di cibo e lo scoppio di miniciccioli. La festa si è conclusa all’ombra del Castello dell’Imperatore.

Francesco Bocchini