ALESSANDRO PISTOLESI
Cosa Fare

"Arisa scegli me, ho pure la 104" La graffiante candidatura di Melio

Il consigliere regionale disabile alla cantante: "Posso offrire tanti benefit, pensione e parcheggi gratis..."

di Alessandro Pistolesi

"Lo voglio sanissimo", aveva scritto Arisa sui social nel suo appello per trovare marito. Iacopo Melio, attivista per i diritti umani e consigliere regionale del Pd, non ha perso tempo e ha inviato la sua candidatura. "Oltre ad avere un bel lavoro ho anche la 104, perciò anche se ho la cartella clinica di un 60enne posso offrire tutti i benefit del caso... Pensione di invalidità, parcheggi riservati, concerti gratis e molto altro...", ha incalzato Melio. La contro-proposta di nozze, ironica e tagliente, non ha avuto risposta, ma il messaggio di Melio ha fatto il giro dei social, scardinando i tabù e sovvertendo quel “sanissimo“ scritto dalla cantante, definito dallo stesso esponente dem "un filino abilista e offensivo".

Melio, quella parola l’ha ferita?

"Ammetto, inizialmente ho dato il giusto peso a quel post, pensando a una provocazione, una frecciatina a esperienze passate, e tutt’ora continuo a prenderlo per quel che è, serio o ironico che sia. Dopo però ho voluto cogliere l’occasione per una riflessione più ampia su quanto le parole siano importanti, e su come un ’sanissimo’ scritto anche per gioco possa alimentare problemi sociali e culturali".

Si spieghi meglio.

"Mi piacerebbe vivere in un mondo in cui non si chieda la cartella clinica per poter uscire con chi ci piace. Ma finché continueremo a inviare messaggi come quello di Arisa, senza avere cura delle parole, saremo ancora lontani da questo".

Come fare dunque per cambiare le cose?

"Basterebbe educare le persone, già da piccole, all’empatia e a vedere le persone per quel che sono davvero. Io non “sono” la mia carrozzina o soltanto le mie difficoltà. Un disabile può dare e ricevere amore o piacere come un normodotato, ecco che in una relazione (seria o leggera che sia, perché no) la disabilità talvolta appare ancora un problema, ma se ci pensiamo quale relazione non ne ha?".

Le è mai è capitato di dover rendere conto della sua salute per uscire con una persona?

"Per fortuna no, forse perché il mio lavoro pubblico mi aiuta molto in questo. Però può capitare che in modo morboso, già dal primo approccio, si facciano domande tipo “Cosa hai? Perché sei in carrozzina? Di quale malattia soffri?”, e questo è problematico non perché la disabilità debba essere un tabù o una vergogna da nascondere, ma perché ci sono modi, tempi e contesti dettati dal rispetto, che spesso viene a mancare".