Arezzo, 20 maggio 2025 – Alzheimer, parola composta da lettere dure, una pièce teatrale per ricordare le oltre 10 mila famiglie coinvolte
Venerdì 23 maggio ore 21.00 – Teatro Mario Spina.
L’Alzheimer raccontato da chi lo ha affrontato nella vita reale.
Questo venerdì allo Spina di Castiglion Fiorentino, di scena la compagnia teatrale dei ragazzi del progetto “Viva” e “Dopo di Noi” per raccontare la vita delle oltre 10 mila famiglia aretine che affrontano la malattia.
“Alzheimer: parola composta da lettere dure” per la regia di Antonella Ganino e la partecipazione di Elisabetta Farsetti della Associazione culturale Danza Ads di Camucia.
Si tratta di una performance teatrale frutto di un percorso laboratoriale che esplora il profondo e delicato tema dell’Alzheimer in modo sincero e che vuole offrire al pubblico un’esperienza emotiva toccante. Un viaggio commovente presentato attraverso il teatro e la danza. Ricordi che sfumano o come colori che sbiadiscono lentamente nel tempo le sofferenze che questa malattia composta da “lettere dure” porta a vivere. La narrazione non è incentrata sul racconto della malattia ma su chi l’ha affrontata.
“Attraverso il laboratorio teatrale introduciamo tutte quelle consaoevezze individuali, per dare la possibilità ad ogni ragazzo e ragazza di potersi esprimere liberamente su quelle che sono le proprie emotività ed il proprio pensiero e i propri ricordi, senza avere paura” dichiara Stefania Battaglini, responsabile del progetto “Viva” e “Dopo di noi”.
Nella provincia di Arezzo si contano oltre 7 mila casi registrati e conclamati di persone over 65 con forme di demenza, decadimento cognitivo e Alzheimer e 135 casi dai 35 ai 64 anni. Oltre a loro, altre 5.000 persone registrano segnali inequivocabili di avvio verso questa malattia.
Oltre 12.000 persone, e conseguentemente 12.000 famiglie che sono l’8% della popolazione aretina.
“Un ringraziamento doveroso a chi ha avuto la sensibilità di organizzare un evento che da un lato consente di riflettere profondamente sulla tematica e dall’altro contribuisce ad aiutare chi lavora a favore di anziani e famiglie. Portare sulle scene un tema difficile, che incute più di un timore in una società che tende ad essere estremamente longeva, può essere e forse è la chiave per comprenderlo meglio e, magari, guardarlo con meno angoscia. Ancora complimenti per il progetto. Un pensiero, infine, a tutte quelle famiglie, che vivono la malattia e che vedono i propri cari perdersi nell’oblio, che se lasciati soli e senza adeguate reti socio-assistenziali di supporto si sentono persi difronte alla voragine dell’Alzheimer” conclude l’assessore alla Sanità e Politiche Sociali, Stefania Franceschini.