Finiti gli alibi. Dell’efficienza ci sia certezza

Le Regioni al bivio

Eugenio Giani

Eugenio Giani

Firenze, 16 maggio 2021 - Sono finiti gli alibi per il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e la sua giunta. Sono finiti i "sì, però", terminate le giustificazioni, stop ai tempi di rodaggio. Eletto presidente nel settembre scorso, da giugno 2021 in poi Giani non ne deve sbagliare una. Glielo ha detto il suo partito in una riunione da cinque ore; lo pensa, immaginiamo, gran parte del suo elettorato che alla fine lo ha fatto vincere con otto punti di vantaggio sull’avversaria del centrodestra, Susanna Ceccardi, arrivata al testa a testa nei sondaggi.

Errori, da settembre 2020 ad ora, ce ne sono stati, giustificazioni pure. Ma ora non ci sono più attenuanti perché la macchina amministrativa ha iniziato a girare seppur non sempre bene.

Giani appare sereno, anche se non lo è fino in fondo. Si rende conto, dall’alto della sua esperienza politica, che di passi falsi ne ha fatti. Il lavoro della giunta è sottoposto alla verifica di una commissione, la speciale, sulla campagna vaccinale mentre una d’inchiesta si occuperà delle infiltrazioni mafiose. Mai visto dopo 8 mesi.

"Incontro costruttivo perché ho ricevuto molti stimoli, sono contento perché mi aiuta a svolgere al meglio il mio lavoro" ha commentato Giani dopo il faccia a faccia col Pd. Tre priorità: campagna vaccinale senza più una sbavatura, recovery plan da intercettare e amalgamare con altri fondi europei in arrivo, piano rifiuti innovativo ed efficiente per una regione autonoma e circolare. Ce la farà Giani a rispettare le richieste dem? Ha problemi interni, a partire dal fatto che si è tenuto la delega al bilancio così che ha dovuto delegare a un consigliere del Pd il ruolo di coordinamento per il Recovery plan. E poi ha una squadra di giunta col freno tirato (glielo ha messo lui o è il valore del team?). Vanno liberate le potenzialità degli assessori chiamati ad assumersi le proprie responsabilità. Giani deve condividere di più le scelte con Pd (e Italia Viva). E farle sempre giuste. Perché il tempo è scaduto.