L'Italia a cena con Frizzi

"La verità di questo mondo è la morte. Bisogna scegliere fra morire e mentire", scriveva il grande Celine. E devo ammettere che nella giornata di ieri ho ripensato l’aforisma, quando proprio quella verità è andata in scena grazie alla simpatia che Fabrizio Frizzi irradiava. Di rado ho visto le tv e le agenzie così concordi nel dare tanto spazio alla notizia di un’improvvisa scomparsa. E intorno, per strada, nei bar, al telefono con gli amici, il rammarico per questa prematura perdita era generale. Sarà stato per quei 60 anni tondi tondi, per quell’essere mancato di notte, dopo che solo poche ore prima era andato in onda col garbo felpato che rendeva inossidabile il suo ruolo, qualcosa ha veramente folgorato l’immaginario collettivo alla notizia che non l’avremmo più rivisto. Frizzi non era un Papa, non era un calciatore, non era un divo, non era un politico di primo piano. Nulla di carismatico connotava la sua presenza televisiva.

Eppure il sorridente conduttore de L’Eredità aveva una forza di attrazione che sapeva fermare davanti allo schermo mezza Italia presa dalla voglia di indovinare l’incastro giusto delle parole, nell’ora in cui ci si preparava ad andare a cena. Ci accompagnava nell’intimismo dell’ora, quel crepuscolo che ci vedeva ammainare le tensioni del lavoro mentre la mente divaga, meno stretta dai doveri. Faceva sognare tanti di noi di poter essere lì con lui a giocare, a ripassare date, conoscenze, eventi.

Milioni di persone si accomodavano davanti al suo sorridente, dolce modo di fare, così stabile nell’umore, così suasivo, così mai volgare, pronto sempre a far avvertire che si trattava solo di un gioco. Avevamo ammirato come aveva saputo rientrare in scena, dopo la prima avvisaglia del male, nell’ottobre scorso, non nascondendo che la battaglia non era finita e che combatteva per sua figlia Stella. Forse non ci siamo accorti di averlo accompagnato con maggiore affetto in questi mesi verso l’ultima notte, proprio perché sotto traccia maturava la verità di questa sua morte.