L’Arezzo ha perso il tocco magico Media horror dopo il filotto iniziale

Solo 12 punti nelle ultime 9 partite dopo l’exploit delle vittorie. I problemi in fase offensiva: pochi cross

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di Luca Amorosi

Tutto da rifare. L’atroce sconfitta casalinga contro il Tau è stata la peggiore delle tre subite finora per tanti motivi. Prima di tutto perché l’Arezzo aveva trovato subito il vantaggio, poi perché le occasioni fallite per chiudere i giochi sono state più clamorose del solito e sono state pagate a caro prezzo.

Si tratta, inoltre, della prima rimonta patita, segno che a livello caratteriale qualcosa è mancato. E, cosa più importante, vanifica il successo di Piancastagnaio che aveva riportato gli amaranto a tiro della capolista, tornata ora in fuga con cinque punti di margine.

L’Arezzo ha purtroppo confermato l’incapacità di vincere due partite consecutive dopo la serie iniziale di sei successi di fila. Un dato allarmante e che si aggiunge ad altri numeri desolanti: sono appena 12 sui 27 disponibili i punti racimolati nelle ultime nove giornate, una media di 1,33 a partita, ruolino da metà classifica.

Inoltre, nelle ultime otto gare ha sempre subìto almeno un gol, mentre ne ha segnato meno di uno ogni novanta minuti. Occorre, quindi, invertire subito la rotta. Ma come? Intanto, lavorando sulla testa: trovato il vantaggio, la sensazione è che l’Arezzo pensasse di aver già vinto, peccando di "killer instinct".

Preso il pareggio, invece, si è spenta la luce, forse anche allo stesso Indiani, che ha operato dei cambi che sapevano di mosse della disperazione quando ancora mancava più di mezz’ora alla fine.

E qui subentra l’aspetto tattico: il tecnico insiste con il 4-3-3, ma avere un piano B che la squadra mandi a memoria potrebbe giovare, chissà, per sorprendere gli avversari. Domenica Indiani ha sì cambiato sistema, ma gli amaranto hanno finito per perdere organizzazione in campo, sintomo che certi automatismi vanno oliati.

È chiaro, poi, che per adottare sistemi diversi occorrono anche giocatori duttili e a questo si può ovviare con il mercato. Giovannini aspetterà gennaio, quando servirà non solo trovare under affidabili, dato che la batteria delle quote è ridotta all’osso tra uscite e infortuni, ma anche un giocatore offensivo che possa muoversi su tutto il fronte d’attacco e garantire dei gol. Non guasterebbe anche un leader difensivo, anche se il rientro di Risaliti potrebbe rappresentare il miglior acquisto per il 2023. Ma la cosa più urgente è migliorare la gestione delle partite: per volere del tecnico e per caratteristiche, questa squadra tiene la difesa altissima e attacca sempre a pieni giri, mentre in momenti come domenica, una volta ottenuto il vantaggio e non avendo trovato almeno il raddoppio, sarebbe forse auspicabile abbassare i ritmi, gestire il possesso e aspettare che siano gli avversari, semmai, a scoprirsi.

Come ha detto anche capitan Settembrini, le partite possono, a volte devono, finire 1-0. Infine, si può proseguire con lo stesso modulo tattico ma lavorare su concetti diversi: tutti gli esterni offensivi, ad esempio, giocano a piede invertito per accentrarsi e concludere a rete. Così, la punta centrale viene scarsamente rifornita: i pochi gol delle punte si spiegano anche così.

Se i tre elementi del tridente dialogassero di più tra loro o si arrivasse con più frequenza al cross, Diallo e Gucci ne potrebbero trarre vantaggio.