La capolista se ne va: la forza della curva sud

Il settore dedicato a Lauro Minghelli non ha mai abbandonato gli amaranto in una stagione piena di emozioni. Manca solo il rush finale

La capolista se ne va: la forza della curva sud

La capolista se ne va: la forza della curva sud

AREZZO

La tifoseria amaranto gronda di passione.A volte è rimasta sopita sotto la cenere, ma la fiammella non si è spenta mai.

Di cenere se ne è accumulata tanta negli ultimi anni, eppure il tifo organizzato non ha mai mollato. Il rischio c’era, sarebbe anche ingiusto negarlo nei confronti di chi c’è sempre stato, viste l’ultima disastrosa annata in serie C vissuta interamente dal divano causa Covid e la deludente stagione scorsa terminata con un pugno di mosche in mano. Aggregazione azzerata, risultati scadenti e intere generazioni in altalena tra fugaci momenti di gioia e cadute fragorose. La curva sud è dedicata a Lauro Minghelli, ex capitano della squadra amaranto morto a soli 31 anni nel 2004 di Sla. A ogni ricorrenza del tragico evento, la curva aretina espone lo striscione dedicato al giocatore, identificando tutti i gruppi sotto lo stesso nome. Gli ultras aretini da diversi anni, hanno una concezione dell’estetica molto particolare e sono autori di coreografie e materiali sempre innovativi.

Il popolo amaranto, nel frattempo, ha tenuto botta nelle difficoltà e oggi è ancora lì: potrebbe esserci un incasso da record allo stadio. Complice il cambio di passo che ha portato prima Giovannini e Indiani, poi giocatori come Castiglia, Convitto o l’aretino Settembrini in amaranto, l’entusiasmo è riesploso fin dalle amichevoli estive.

Poi le sei estasianti vittorie iniziali consecutive e gli oltre 4500 spettatori per il derby contro il Livorno. Allo stadio si sono rivisti tanti ragazzini, che confermano un riavvicinamento anche delle nuove leve. Il tifo organizzato della Curva Minghelli si è nutrito dell’adrenalina e della gioia di vivere lo stadio, organizzare trasferte, seguire la squadra ovunque.

Non ha mai fatto mancare il proprio supporto, anche nelle condizioni più avverse, come i duecento che a Ponsacco hanno sfidato freddo, vento e pioggia battente o quelli che sono partiti comunque sapendo di dover rimanere fuori a Poggibonsi contro il Grosseto.

Per loro e per tutti quelli che hanno ingoiato bocconi amari in questi anni un giusto risarcimento è stato il tripudio dell’Ardenza: oltre 500 anime che hanno potuto festeggiare una vittoria storica nel derby, anche per le dimensioni del trionfo.

Queste sono state solo alcune tappe dell’ultima serie di otto successi di fila che ha portato l’Arezzo in testa e in fuga, con la possibilità oggi di centrare la matematica promozione in C. In città c’è un fermento che non si vedeva da tempo, forse dalle semifinali playoff di serie C contro il Pisa del 2019: in settimana si sono registrate code ai punti vendita per acquistare i biglietti e le bandiere realizzate proprio dalla Curva Minghelli insieme a Orgoglio Amaranto e Arezzo per colorare tutto lo stadio di amaranto.

Bambini, ragazzini, appassionati di lunga data, persone che non tornavano sui gradoni da tempo e ultras irriducibili si mischieranno in un clima di festa che tutti si augurano prosegua anche durante e dopo la partita. Per rivedere, dopo tanti anni, le vie del centro ancora bloccate da tifosi con la bandiera amaranto e il Cavallino nel cuore.

Luca Amorosi