Matilde dopo la vittoria ai "Soliti Ignoti": "Vi racconto la mia avventura in Rai"

Banderas in una serata porta a casa 75 mila euro. "Vivi in una torre d'avorio per un giorno ma ne vale la pena. Così ho riconosciuto quei personaggi"

Matilde Banderas

Matilde Banderas

Arezzo, 13 gennaio 2019 - «Per un giorno stai in una torre d’avorio: c’è perfino un body guard che ti segue in bagno. Però ne è valsa la pena». Matilde Banderas, un sorriso contagioso e una calata nella quale le poche espressioni aretine si perdono tra quelle romane, ha sbancato Rai Uno. E’ andata lì, ai «Soliti Ignoti» e uno dopo l’altro ha indovinato l’identità di 7 degli otto signori che la trasmissione le ha messo di fronte. Portando a casa 75 mila euro.

Si tratta di indovinarne il mestiere e nel gioco finale il grado di parentela con uno dei protagonisti. E Matilde, implacabile, li ha smascherati tutti. Il trucco? «Non c’è, sono fisionomista ma è anche fortuna» risponde schernendosi un po’. Assicura di essersi emozionata ma non se ne è accorto nessuno. «Lavoro nella comunicazione ma stare davanti al pubblico è un’altra cosa».

E’ una delle anime di Atlantide Adv, che da Arezzo spazia dalle riviste ai siti internet, ma assicura di essersi emozionata a novembre anche a presentare Marco Bianchi in una serata di Passioni. «Avevo davanti tra il pubblico anche persone dall’espressione tanto seria che mi mettevano in soggezione».

Dell’avventura in Rai è soddisfatta. «La puntata era del 18 dicembre». Quindi ha già speso tutto? «Macché – ti dice in romanesco – ancora non ho visto niente e chissà quanto ci vorrà». Su come spenderli non ha dubbi.

«Spero possano essere la base di un mutuo per la casa». Ad Arezzo vive da quasi tredici anni: pochi per cambiare dialetto, tanti per innamorarsi della città. Alla quale ha fatto perfino pubblicità in trasmissione, ricordandone le buona tavola.

E Amadeus? «Un bel personaggio: disponibile, professionale». Sicuramente vero ma con quel sorriso parlerebbe bene anche di un assistente di studio. Un po’ perché la vita è relazione. E un po’ perché quei gettoni d’oro non saranno tutto: ma è sempre meglio averli che non averli. O almeno aspettarli.