Taglio dei vitalizi, bufera sugli ex deputati: Seppia e Fornasari perdono il 70%

L'effetto del nuovo calcolo sugli assegni: se la cava meglio Vasco Giannotti. La situazione degli altri parlamentari coinvolti

Mauro Seppia

Mauro Seppia

Arezzo, 14 luglio 2018 - Il «Gran Premio della sforbiciata», titolo che non dev’essere così ambito per la verità, se lo guadagna Giuseppe Fornasari: il suo assegno mensile da ex deputato crollerà del 71% a partire dal 1° gennaio 2019. A un’incollatura Mauro Seppia che con la svolta fortemente voluta dal presidente della Camera Roberto Fico dovrà rinunciare al 68% del suo vitalizio. È l’effetto sugli ex parlamentari aretini della delibera dell’Ufficio di presidenza di Montecitorio che punta a risparmiare 40 milioni all’anno con il ricalcolo degli assegni.

A oggi sono 1405 i vitalizi erogati dalla Camera a ex parlamentari, ma il taglio riguarda una platea di 1338 vitalizi, che saranno ricalcolati secondo il metodo contributivo e che, quindi, subiranno una diminuzione che va dal 40% al 60% fino all’80% dell’importo finora percepito. Riduzioni che sembrano colpire soprattutto coloro che hanno seduto tra gli scranni della Camera nella fase finale della Prima Repubblica grazie ai vantaggi del metodo retributivo «pieno», poi attenuato con il passare delle legislature. Fornasari, onorevole della Democrazia cristiana per quattro legislature dal 1976 al 1992, finora incassava 8455 euro al mese di vitalizio. In base al ricalcolo secondo il metodo contributivo l’ultimo presidente di Banca Etruria si dovrà accontentare, si fa per dire, di 2382 euro.

Addirittura meno di Mauro Seppia, storico onorevole del Partito socialista nelle stesse legislature di Fornasari e che passa da 7709 euro a 2472. Perde oltre la metà dell’assegno mensile anche Livio Boncompagni, esponente biturgense del Partito comunista e operaio della Buitoni, eletto nella settima e ottava legislatura tra il 1976 e il 1983. Prendeva 4725 euro ogni mese, dal 2019 in poi saranno 1996.

Decisamente più miti i tagli che riguardano altri tre parlamentari di lungo corso della terra di Arezzo. Vasco Giannotti a Montecitorio tra il 1992 e il 2001 con Pds prima e Ds poi limita i danni al 26%: passa da 6590 euro a 4847. Riduzione simile a quella di Enrico Boselli, bolognese e figura di punta del Psi, paracadutato nel collegio di Cortona nella dodicesima legislatura, dal 1994 al 1996. Perderà il 31%, da 8455 a 5837 euro.

Ancora più leggera la sottrazione praticata sull’assegno di Rolando Nannicini, ex sindaco di Montevarchi e deputato per tre mandati dal 2001 al 2013 con Democratici di sinistra e Partito democratico. Prende 6217 euro e passa a 5490 con un 15% di riduzione. Non hanno ancora raggiunto il diritto al vitalizio né Giuliano Amato che nel 1992 fu eletto nel collegio Arezzo-Siena-Grosseto, né l’ex sindaco Giuseppe Fanfani, onorevole della Margherita dal 2001 al 2006.

Il Dottor Sottile ha ammesso di ricevere un trattamento pensionistico complessivo di circa 11 mila euro, di cui 5 per l’attività parlamentare, ma ha deciso di sospenderlo in quanto adesso è giudice in carica della Corte costituzionale. Discorso simile per il Nipotissimo che ancora per qualche mese è componente laico del Consiglio superiore della magistratura.