REDAZIONE AREZZO

Richieste di dimissioni per la Boschi, il Pd la difende a spada tratta

Del Rio, Guerrini e Marcucci difendono il ministro aretino, cui si contesta il conflitto di interessi per il padre Pierluigi ex vicepresidente di Bpel, dagli attacchi di Saviano, Gasparri e Salvini BOSCHI: MIO PADRE PERSONA PERBENE / SALVINI: 150 MILA ALLA FAME PER SALVARE 4 BANCHIERI

Il ministro Boschi

Arezzo, 12 dicembre 2015 - Piovono le richieste di dimissioni sul ministro aretino Maria Elena Boschi, cui molti dall'opposizione (ad Arezzo lo hanno fatto il vicepresidente del Senato Maurizio di Gasparri e il leader leghista Matteo Salvini) rimproverano il conflitto di interessi del padre Pierluigi, vicepresidente di Bpel prima del commissariamento. Dal Pd si replica con durezza.

Sono «incredibili» le richieste di dimissioni del ministro Maria Elena Boschi in seguito alla vicenda di Banca Etruria della quale il padre è stato in passato vicepresidente, «una strumentalizzazione inaccettabile». A dirlo è il ministro Graziano Delrio a Otto e mezzo su La7. «Noi abbiamo fatto una operazione, a distanza di anni, come hanno fatto altre banche in Europa», ha aggiunto Delrio citando il caso della Germania. L'origine di tutto, per il ministro, è «la grave crisi» per cui «le banche si sono trovate in gravissime difficoltà. Per troppo tempo - ha proseguito - è stato omesso di dire le cose come stavano, per troppo tempo, di fronte ad una crisi globale, non è stata presa in mano la situazione». «Il caso di cui parliamo - dice Delrio - non riguarda un parente, ma il sistema bancario. Qui non c'è conflitto di interessi».

Perché Maria Elena Boschi non si dimette? La domanda dello scrittore Roberto Saviano piomba sulla Leopolda poche ore prima dell'apertura dei cancelli e un pò guasta l'atmosfera dell'inaugurazione della kermesse renziana, di cui il ministro delle riforme è da sempre protagonista. Su facebook, lo scrittore scrive che Boschi «dissimula il conflitto di interessi, legato al decreto salva banche, con la sua formale assenza al Consiglio dei Ministri che ha varato il provvedimento. E se non ci fosse stata la tragedia del pensionato suicida, tutto sarebbe rimasto legato alla sfera economica e non si sarebbe mai parlato di opportunità politica».

Il conflitto di interessi sarebbe legato al ruolo del papà del ministro, Pier Luigi Boschi, che per otto mesi è stato vicepresidente della Banca Etruria. Ieri Boschi aveva difeso la correttezza dell'operato del governo e l'onestà del padre. Anche per questo fonti parlamentari descrivono un Matteo Renzi irritato per le parole di Saviano. In un primo momento il premier avrebbe dato l'indicazione di non replicare, anche per non alimentare la polemica.

Poi, in serata, la scelta di far rispondere a tono il partito. «Il governo ha fatto un provvedimento tempestivo che ha tutelato correntisti e posti di lavoro», dice il vicesegretario Pd, Lorenzo Guerini, entrando alla Leopolda. Poi, riferendosi alle parole di Saviano: «Introdurre elementi di questo tipo non serve ad affrontare la questione come va affrontata, con equilibrio». 

Il ministro Boschi, che sceglie di non replicare allo scrittore, per l'apertura dell'edizione 2015 arriva in ritardo. Ma per bloccare sul nascere possibili letture maligne scrive su twitter: «Finiamo la Stabilità e vi raggiungiamo subito». Insomma, non è un modo per defilarsi, spiegano dal suo staff ricordando che dalle 11 del mattino è impegnata alla Camera in alcune riunioni sulla legge di stabilità. Intanto, soprattutto dal fronte renziano arrivano le prese di posizione:

«Stimo ed apprezzo Saviano ma questa volta è davvero fuori tema», dice il senatore Pd Andrea Marcucci. «Non capisco il senso della richiesta di Roberto Saviano. Il governo ha fatto quel che era necessario fare per salvare quelle banche, Boschi o non Boschi», aggiunge il sottosegretario alle riforme Ivan Scalfarotto.

Nei tre giorni di Leopolda, c'è da scommetterci, la questione salva banche si ripresenterà. Per domenica è in programma una protesta dei piccoli risparmiatori. Loro avevano chiesto di manifestare davanti ai cancelli della Leopolda, ma la questura ha concesso loro uno spazio a qualche centinaio di metri di distanza. «Ci aspettiamo che il premier riceva almeno una delegazione - dice la portavoce del gruppo 'vittime del salva-banchè Letizia Giorgianni - e possa ascoltare il disagio di molti di noi».