Fimer. La proprietà chiede altri 60 giorni di tempo. Sindacati e istituzioni non ci stanno

Slitta ancora la scelta del soggetto con cui avviare la trattativa di cessione dello stabilimento. Intanto molte professionalità stanno già uscendo e il ciclo produttivo sta rallentando.

L'assemblea di oggi

L'assemblea di oggi

Arezzo, 15 aprile 2022 - Si complica maledettamente la vicenda Fimer. Nel corso dell’incontro di questa mattina, organizzato dal Mise, alla presenza dei sindacati, del Comune di Terranuova e della Regione Toscana, la proprietà ha chiesto ulteriori sessanta giorni di tempo per decidere a chi concedere l’esclusiva per trattare la cessione. Una decisione che ha sconcertato le organizzazioni sindacali e i lavoratori. Di tempo, infatti, non ce n’è più e a fine mese scadrà la procedura concorsuale. Ad oggi ci sono tre offerte più una manifestazione d’interesse. La proprietà chiederà al Tribunale di Arezzo una proroga per analizzarle nel dettaglio. Intanto la situazione rischia di sfuggire di mano. “Il rischio è che chi decide di investire, tra due mesi si trovi di fronte una realtà completamente diversa – hanno detto i sindacati – Molte professionalità stanno già uscendo e il ciclo produttivo sta rallentando. Poi non è detto che il Tribunale conceda la proroga. Adesso ripartirà una stagione di lotta”. Gli esiti dell’incontro sono stati illustrati ai lavoratori nel corso di un’assemblea davanti ai cancelli della fabbrica. Per niente soddisfatto il sindaco Sergio Chienni. “Ci sono cambi di rotta improvvisi. E’ una situazione insostenibile – ha detto – . Era stato preso l’impegno che entro Pasqua sarebbe stato annunciato il nome dell’acquirente con cui avviare la trattativa, ma non è stato rispettato. A questo punto abbiamo richiesto, come istituzioni, Regione e Comune, di poter chiamare al tavolo i due fondi interessati che stamani sono stati citati. Bisogna alzare il livello di attenzione”.

Più passa il tempo e più crescono le preoccupazioni. Chi lavora soprattutto in ricerca e sviluppo, avendo la possibilità di ricollocarsi, inizia a guardarsi intorno e molti hanno già lasciato l’azienda. Tra dipendenti diretti ed indotto, stiamo parlando di una forza lavoro di 800 persone. Manodopera prevalentemente femminile tra i 40 e i 55 anni di età. Insomma, dopo un Natale di apprensione, anche Pasqua si prospetta ricca di incognite e, paradossalmente, le preoccupazioni sono ancora maggiori. Questa situazione non si sblocca e i sindacati stanno pensando anche ad iniziative per alzare il livello di attenzione. Il Valdarno, dopo la Bekaert, non può permettersi di perdere anche una realtà produttiva importante come la Fimer.