Fiere orafe, cautela e malumori. Camera di Commercio: niente fretta. Ieg: decisione subito

Dal gigante di Rimini nessuna reazione ufficiale ma fonti vicine riducono all'osso i tempi della risposta alla proposta di acquisto da 5,2 milioni. Guasconi: nessun no o sì a priori

Il taglio del nastro di Oro Arezzo

Il taglio del nastro di Oro Arezzo

Arezzo, 31 dicembre 2018 - Dopo il venerdì e il sabato delle spade sguainate, arriva la domenica della riflessione, quella in cui tutti scelgono la linea della cautela sull’offerta irrevocabile di acquisto da parte del gigante Ieg che già le gestisce in affitto delle due fiere orafe aretine. E’ cauta la Camera di Commercio, uno dei possibili aghi della bilancia se si arriverà alla conta finale nell’assemblea dei soci di Arezzo Fiere, prevista per il 25 gennaio, che invita in una documento ufficiale a muoversi «senza fretta», è prudente la stessa Ieg, che non nasconde la sorpresa per le reazioni accese alla proposta di acquisizione definitiva di Oro Arezzo e Gold Italy, ma non chiude la porta a una «discussione nel merito», come spiegano fonti vicine alla società riminese.

Nello stesso tempo, però, c’è anche un avvertimento a chi eventualmente pensasse di rimandare tutto al 2021 dell’accordo originario: il treno passa adesso, se qualcuno pensa di non prenderlo, potrebbe anche non esserci una nuova fermata. Lo stile è felpato, ma il significato chiaro. La partita insomma è complessa, perchè anche da quella dipende il futuro della città dell’oro, con le sue 1200 imprese che hanno nelle fiere la loro vetrina. Un mondo imprenditoriale di cui si fa portavoce subito la Camera di Commercio, come spiega il neopresidente Massimo Guasconi, senese in trasferta: «Noi siamo l’espressione dell’economia del territorio, la voce anche degli orafi. Vogliamo capire e approfondire bene quello che, non lo nascondo, è stato un fulmine a ciel sereno».

Cioè l’offerta di Ieg giunta nel bel mezzo delle feste, con un Cda di Arezzo Fiere convocato a tamburo battente. PER QUESTO, per quanto fonti informali non nascondano «che a prima vista non tutto è «positivissimo», la Camera di Commercio e Guasconi non dicono nè un no nè tantomeno un sì a priori. «Il tema è di tale delicatezza e complessità - spiega la nota - da richiedere molteplici e preventivi approfondimenti».

Cautela è dunque la parola d’ordine, cautela nell’interesse delle aziende e del distretto più importante d’Italia. La proposta di Rimini, «richiede ponderazione approfondita per capirne punti di forza e di debolezza». Di qui la disponibilità non solo a sondare cosa ne pensano gli orafi, ma anche ad incontrare «in tempi brevissimi» Ieg, «per un’eventuale diversa modulazione della proposta».

Fuor di metafora, a ridiscutere i termini dell’accordo che prevede una cessione definitiva a 5,2 milioni, pagabili in cinque anni, e con ulteriori capitoli per affitto del Palaffari, personale e servizi da altri 5 milioni fino al 2032. L’impressione è che le prime settimane del 2019 saranno per i soci pubblici Camera di Commercio, Comune e Provincia, fitte di contatti, anche con Ieg, per discutere limare, correggere, capire se ci sono gli elementi per accettare o no l’opzione anticipata di Rimini.

Per ora, trapelano forti malumori sul modo in cui Arezzo Fiere e il suo presidente Andrea Boldi hanno gestito l’offerta, sul Cda frettoloso con due soli membri rimasti. E ad Ieg cosa ne pensano? Fonti vicine al gigante riminese si dicono meravigliate: non avevamo messo in conto una reazione così. Il sindaco Ghinelli parla di un milione che manca rispetto al contratto 2017? A Rimini dicono che è una conclusione frettolosa, ma che comunque sono pronti a discutere nel merito.

L’anticipo sul 2021? Era previsto nel protocollo del 2017 col governatore Enrico Rossi: opzione esercitabile entro il 30 giugno 2019. Comunque nessuna chiusura, anzi disponibilità a parlare con i protagonisti aretini. Ma, dicono le fonti vicine a Ieg, vogliamo sapere ora e non nel 2021 chi gestirà le fiere in futuro. La partita, par di capire, si chiude di qui a fine gennaio. Non sono previsti supplementari fra due anni.