"Così primi davanti alla Regina": alla Tratos un premio mondiale, parla Bragagni

L’azienda supera i 150 milioni di fatturato all’anno e ha circa 500 dipendenti. A Pieve il cuore aziendale, in Inghilterra un grande stabilimento a Liverpool

I Bragagni da Teresa May

I Bragagni da Teresa May

Arezzo, 25 aprile 2019 - Contento, come no. Ma non si lascia andare Albano Bragagni, il sindaco anti-casta di Pieve Santo Stefano, l’amministratore che nei suoi anni di mandato non ha percepito neanche un centesimo. Bragagni si è appena aggiudicato per il 2019 con la sua Tratos, il prestigiosissimo «Queen’s Award for Innnovation», un premio che sarà consegnato dalla regina Elisabetta per la prima volta nella storia a un’azienda italiana.

Tratos la conosciamo bene qui ad Arezzo, è una multinazionale tascabile, leader nel settore dei cavi ad altissima tecnologia. A Pieve ha la sua culla, in Inghilterra la seconda patria. «Sono onorato - commenta a caldo Albano Bragagni - lì ci hanno adottato ormai da anni, siamo presenti con uno stabilimento a Liverppool e con la sede operativa a Londra. In Inghilterra è mio nipote Maurizio a tirare la carretta».

Non solo Londra, però: Tratos esporta in tutta Europa e mette in strada dieci Tir al giorno sulla sciaguratissima E45 fino a quando era aperta al traffico pesante. Ma questa è un’altra storia. La storia di oggi dice che l’ambito premio per l’innovazione tecnologica conferito dalla Regina d’Inghilterra, è arrivato dopo la selezione di Buckingham Palace tra decine di realtà.

L’asset vincente è stato il cavo speciale ad altissima tecnologia Jba (Jasmine Bragagni Albano), progettato per il mercato del petrolio, completamente ideato in Italia e con una straordinaria resistenza al fango, al fuoco e a temperature estreme. Non è che l’ultimo ritrovato dell’azienda che ad esempio produce il più piccolo microcavo al mondo per la connettività in banda larga, capace di resistere a condizioni atmosferiche e climatiche massime.

Tratos ha un fatturato di circa 150 milioni all’anno, dà complessivamente lavoro a cinquecento persone, i suoi cavi sono utilizzati in tutto il mondo per l’automotive, la cantieristica navale e ferroviaria, la difesa, gli impianti portuali e le telecomunicazioni. Negli anni ha investito milioni di euro in Italia e nel Regno Unito per la realizzazione di avveniristici impianti di produzione. «Il nostro Vangelo si chiama innovazione - spiega Maurizio Bragagni, l’ad d’Inghilterra – e grazie ad essa abbiamo costruito il super conduttore per ‘Fusion for Energy’, il più grande al mondo, che tenta di riprodurre quello che succede nel sole: ottenere energia pulita attraverso la fusione.

Poi abbiamo innovato il settore dei cavi destinati ai porti. Produciamo in Italia e in Inghiterra ed esportiamo in tutti i Paesi del mondo. Questo riconoscimento riveste grande valore per noi e per il sistema-Paese dell’Italia e del Regno Unito, le realtà in cui siamo orgogliosi di vivere, lavorare e produrre. Perché a casa nostra ‘impossibile’ è semplicemente qualcosa che non è ancora possibile… ma lo sarà».

Ecco i numeri di Tratos: oltre 150 milioni di euro di fatturato, in Inghilterra una trentina di milioni di sterline. In Italia sono circa trecento i dipendenti tra Pieve Santo Stefano e l’unità produttiva di Catania, si va quasi al raddoppio prendendo in considerazioni le sedi estere.