REDAZIONE AREZZO

Bpel, il commissario Sora indagato. I segreti di "Palazzo della Fonte". Bankitalia: il consorzio comprò coi finanziamenti dell'Etruria

Tra i soci Manutencoop, gigante rosso della cooperazione. Gli altri filoni di indagini del procuratore Roberto Rossi: i crediti deteriorati nel bilancio 2012 e il valore in quei conti di Del Vecchio

Banca Etruria

Arezzo, 18 febbraio 2015 - Un altro colpo di scena nel caso di Banca Etruria. Uno dei due commissari, Riccardo Sora, insediatisi l'11 di febbraio, è indagato dalla procura di Rimini, nell'ambito dell'inchiesta sulla locale cassa di risparmio (Carim) di cui Sora era stato commissario molto prima di approdare ad Arezzo. Il reato che gli viene contestato nell'avviso di chiusura indagini è apparentemente minore e molto tecnico: indebita restituzione di conferimenti. Ma la situazione per un emissario della prestigiosa Banca d'Italia è imbarazzante. "Consentivano - scrive la Procura  di lui e del collega- l'acquisto da parte di Carim spa di 1.300.000 azioni proprie a un prezzo illecitamente maggiorato". Resta da capire adesso quali saranno le conseguenze di questa nuova situazione nell'ambito dell'amministrazione straordinaria di Bpel.

 

NON CONTA TANTO il colore quanto la sostanza. I birrai, i farmacisti, i capi degli imperi di scommesse sportive, le grandi coop rosse sono sono solo il contorno dell'inchiesta che il procuratore Roberto Rossi si appresta a concludere sulla vecchia gestione di Banca Etruria, quella precedente al Cda appena disciolto da Bankitalia, e che vede indagati Giuseppe Fornasari, presidente fino a maggio, Luca Bronchi, direttore generale fino all'estate, e il direttore centrale David Canestri. Il quid La Nazione è in grado di anticiparlo sulla base del rapporto ispettivo, sempre di via Nazionale, che fa da base alle indagini, insieme a un'informativa della Guardia di Finanza. Tutto nasce un anno fa quando gli ispettori di Bankitalia escono dal centro direzionale di via Calamandrei e corrono dritti dritti in procura, consegnando le loro carte a Rossi, che dispone quasi subito una serie di perquisizioni per acquisire i documenti: da Arezzo a Gualdo Tadino, da Roma a Firenze. I filoni d'indagine, sulla base della relazione, sono tre. Il primo riguarda l'aumento di capitale del 2012, svolto sulla base di un bilancio in cui sarebbero stati sottovalutati i crediti deteriorati che già allora stavano emergendo prepotentemente.

C'è poi la questione del valore attribuito in quei conti alla partecipata Banca Del Vecchio, acquistata per 112 milioni nella fase finale dell'era Faralli e già svalutata a 76. Una posta che per gli ispettori restano comunque troppo alta C'è infine il caso più controverso di tutti, quello che riguarda l'operazione Palazzo della Fonte, la società in cui prima dello scorporo era stato concentrato il patrimonio immobiliare di Bpel. In questo caso, i reati ipotizzati sono il falso in bilancio (articolo 2622 del codice civile), l'ostacolo alla vigilanza (articolo 2638) e la violazione di un 'articolo del Tuf (testo unico delle norme finanziarie), cioè l'omessa cessione di partecipazione.

CHE SUCCEDE? Che ad acquistare la società Palazzo della Fonte è un consorzio in cui hanno le quote di maggioranza Manutencoop, gigante della cooperazione rossa, e Methorios, società di consulenza finanziaria quotata in borsa. Tra gli altri soci Vincenzo Crimi, titolare di un impero di farmacie a Roma e dintorni, Matteo Minelli, giovane imprenditore nel campo delle energie rinnovabili e della birra, il palermitano Francesco Ginestra e altri ancora.

BANCA ETRURIA incassa così 75 milioni degli 82 cui viene stimata la Palazzo della Fonte (in cui sono racchiusi 59 immobili), in casa restano l'8 per cento del capitale e soprattutto un sostanzioso miglioramento dei ratios patrimonali (37 punti base, secondo l'annuncio ufficiale). Apparementente tutto bene, ma Bankitalia non ci vede chiaro. Perchè? Il consorzio, dice la relazione ispettiva, non è terzo rispetto a Bpel. Il senso lo si capisce da quanto scrivono gli ispettori, secondo i quali i soci del consorzio (o almeno molti di loro) hanno comprato sulla base di finanziamenti ricevuti dalla stessa Banca Etruria. Una sorta di rapporto incestuoso, secondo Bankitalia, che nella mancata comunicazione di quelli che ritiene i veri contorni dello spin-off intravvede sia il falso in bilancio che l'ostacolo alla vigilanza.

Naturalmente, è solo la base di partenza delle indagini. Il procuratore Rossi si affida a una consulenza e quando in ottobre viene consegnata dispone un supplemento che dovrebbe essere consegnato a giorni. Da quello deciderà se ci sono gli elementi per chiedere il processo a carico dei tre indagati o almeno di qualcuno di loro.

Salvatore Mannino