Vannini: "La mia battaglia al Covid"

Il vicesindaco e assessore a sociale e sanità ha scoperto di essere positiva. "Ma il peggio è ormai passato"

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di Claudio Roselli

Il giorno 2 è stata nominata vicesindaco; venerdì scorso, che era il 23, ha scoperto di essere positiva al Covid 19. Un ottobre 2020 che non dimenticherà di certo la dottoressa Paola Vannini, biturgense doc e "colonna" dell’amministrazione comunale di Sansepolcro. È titolare delle deleghe a sanità e sociale e – nel ricordare quanto si sia adoperata in primavera per mascherine e pacchi alimentari, assieme alle associazioni cittadine – viene da pensare che il destino non avrebbe potuto essere più beffardo nei suoi confronti, ma lei ha deciso di esorcizzarlo nella maniera più elegante: parlando. La nuova vice di Mauro Cornioli (con un passato da medico ematologo all’ospedale della Valtiberina) ha allora colto l’occasione per farsi sentire l’altra sera, dalle mura di casa dentro le quali trascorre il periodo di isolamento, attraverso i microfoni della nota emittente radiofonica locale Errevutì e i passi salienti delle sue dichiarazioni sono stati riportati anche sul sito TeverePost.

"L’ho fatto per un semplice motivo – ha detto la Vannini – in quanto il Covid-19 può beccare chiunque: nessuno ha colpe se subisce il contagio e l’approccio deve essere positivo, non condizionato dai risvolti e dalle chiacchiere che spesso sentiamo e che ci abbassano l’umore".

Assessore, come sono attualmente le sue condizioni di salute?

"Buone – risponde con spirito molto sereno – anche se non nego che inizialmente ho avuto mal di testa e qualche disturbo. E non nego neanche che la mia prima sensazione sia stata quella di grandissima paura, perché hai la consapevolezza di essere entrata in un percorso del quale riesci forse a ricostruire l’inizio senza sapere dove ti porterà". La dottoressa Vannini ha poi raccontato del contatto avuto con una persona febbricitante, che l’aveva correttamente informata, per cui lei si è messa in isolamento assieme al marito, che però al tampone è risultato negativo.

"A me, invece – ha ribadito – il tampone ha rilevato la positività e sulle prime l’ho vissuta male. Per mia fortuna, i sintomi che si manifestati sono stati piuttosto leggeri e su questo aspetto subentra l’imponderabile, nel senso che non dipende da noi ma dalla piega che prendono le cose. In base a quanto i colleghi mi hanno riferito, la fase più difficile dovrei averla superata e mi complimento con gli operatori sanitari per la grande professionalità dimostrata. Colgo pertanto l’occasione per ribadire che in momenti del genere occorre mettersi in uno stato d’animo di maggior serenità possibile, anche se mi rendo conto che non sia semplice, e smettere di ascoltare le notizie drammatiche che purtroppo arrivano tutti i giorni, perché hai come la sensazione da un momento all’altro di dover rientrare nelle statistiche peggiori. E poi bisogna affidarsi totalmente ai colleghi della Asl, che hanno un modo di approcciarsi e di consigliarti anche telefonicamente veramente eccellente. Ti danno la sensazione di non essere abbandonato, perché questo isolamento dà anche un senso di solitudine".

Un ammonimento, infine: "Un positivo non deve sentirsi sottoposto a giudizio, perché a chiunque può capitare e quindi non deve scatenarsi la caccia all’untore. La maggioranza è composta da coloro che ce la fanno".