Vaccini: over 80 a rilento Pronto il piano B della Asl La ’panchina’ dei prenotati

Priorità la prima dose entro il 25 aprile: possibili integrazioni ai medici di base. Anziani, copertura più alta di quella regionale. Meno casi ma un altro morto

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di Alberto Pierini

La vaccinazione ha la panchina lunga. Non lunghissima, perché la possibilità di prenotarsi è scattata solo ieri e nella nostra Asl: a livello regionale la piattaforma sarà disponibile da domani. L’idea, varata dal nuovo commissario nazionale, è semplice: estendere l’ingresso a chi sia pronto a subentrare in serata ove ci fossero dosi residue, per ritiri o situazioni particolari. Possono candidarsi solo quanti rientrino nelle famose categorie prioritarie ma anche conviventi o caregiver (chi si occupa dell’assistenza) delle persone molto vulnerabili. Più una fascia d’età più ampia: dai 79 ai 70 anni. Chi ci rientra sa che la dose può anche non toccargli ma deve essere pronto se chiamato ad arrivare in venti minuti. Tutto per evitare di disperdere anche la più piccola dose.

Nel giorno in cui i contagi segnano una lieve flessione ma restano sostanzialmente nei binari degli ultimi giorni, è proprio la vaccinazione a tenere banco. A cominciare da quella che conta di più: la protezione degli ottantenni. Che ancora stenta a decollare. I dati dalla Fondazione Gimbe vedono la Toscana tra i fanalini di coda: la copertura con la prima dose è del 22,3% al 19 marzo e del 5,1% sul richiamo. E questo a fronte di regioni che viaggiano oltre il 30%: dal Molise alle Marche, dal Piemonte all’Abruzzo, dalla Puglia alla Calabria.

L’efficienza del Granducato sembra incrinarsi proprio tra chi più ha bisogno. Arezzo va un po’ meglio della media regionale: a dati sempre dell’altro ieri eravamo sopra il 26% sulle prime dosi. Circa ottomila contro i quasi trentamila dagli 80 anni in su. Numeri che sarebbero ancora migliori considerando la copertura delle Rsa, ma l’impressione è che quelle siano un capitolo a parte, anche nelle statistiche nazionali. Va peggio sui richiami: ma intanto l’obiettivo fissato da Giani è di arrivare a tutti con la prima dose entro il 25 aprile. Un traguardo davanti al quale la stessa Asl sta lavorando ad un piano B. Come conferma la direttrice sanitaria Simona Dei sempre su queste pagine se emergessero difficoltà da parte dei medici di famiglia a passare da soli sotto la bandiera a scacchi, la risposta sarebbe integrata dalla Asl.

Nei prossimi giorni un punto proprio per capire e decidere in anticipo, per non mancare quell’obiettivo. E’ la settimana decisiva, tutti i medici avranno un rifornimento di Pfizer più robusto e stanno raddoppiando le agende. Da raggiungere anche quelli a domicilio: possibile con lo stesso Pfizer, trasportabile dopo la preparazione delle dosi. Intanto il Palaffari resta aperto anche di domenica, con i prenotati di AstraZeneca, che da domani tornerà ai sospesi della quattro giorni di paura.

Paura che non aumenta sul fronte dei contagi. 129 i casi, meno di ieri e soprattutto sempre più lontani dal botto oltre 190 di giovedì. E questo in una giornata che ha visto risalire la Toscana oltre il tetto dei 1500 con altre province bersagliate più di noi. Va ancora maluccio il capoluogo, 56 casi, una media da zona rossa ancora piena. Si moltiplicano i guariti, anche ieri oltre settanta, ma si allunga la striscia di morte: un’altra vittima, un signore di 83 anni. La ventunesima di marzo e oggi siamo al 21, che in questo clima rievoca poco la primavera. In compenso i reparti reggono, addirittura con qualche paziente meno in bolla Covid. Passettini ma di questi tempi fanno morale, spiragli nella "nuttata" infinita.