Vaccini, corsa interrotta: la campagna accelera ma ecco un altro stop, giallo AstraZeneca

Poche dosi, i grandi centri avanti solo oggi e domani, poi rischio chiusura. Beffa fragili fascia B: prenotazioni dalle 12 solo per mille posti. E gli sms non indicano l’orario

Un centro vaccinale

Un centro vaccinale

Arezzo, 7 aprile 2021 - Il «transatlantico» come il Titanic ha acceso tutti i motori e gli effetti sono stati immediati: le vaccinazioni in pochi giorni hanno sfiorato i picchi da campagna di massa ipotizzati fin dall’inizio, oltre tremila iniezioni in due giorni. Ma come il Titanic ha trovato il solito iceberg sulla sua traiettoria. E le macchine ora rischiano di spegnersi.

I grandi centri come Arezzo Fiere lavoreranno a pieno ritmo sia oggi che domani. Oggi come giornata di recupero del 1° aprile, saltato per il mancato rifornimento di AstraZeneca. Domani perché nella stima delle dosi disponibili c’erano i margini per prolungare le prenotazioni di un’alta giornata. Ma poi stop, o quasi. In questa settimana le fialette di AstraZeneca, quelle che al momento sono riservate soprattutto ai settantenni, arriveranno in quantità quasi irrilevanti.

E quindi saranno probabilmente riservate al personale sanitario ancora non vaccinato. A proposito: entro ieri sera a mezzanotte gli elenchi dovevano arrivare in Regione. Ad Arezzo la media dei vaccinati è dell’85%, ancora più elevata tra quelli sulla trincea Covid. Di sicuro siamo la zona più incline alla vaccinazione della Asl ma i numeri assoluti sono in elaborazione per il filone più importante: medici, infermieri e Oss.

La stima è che si tratti di qualche centinaio di professionisti, chiamati a fare presto per non incorrere nei «fulmini» del decreto Draghi. Ma il dato effettivo arriverà dall’incrocio degli elenchi. Torniamo a bomba. E’ probabile che i centri vaccinali scivolino alla settimana prossima: tra l’altro quella del trasferimento dal Palaffari al Teatro Tenda. Senza AstraZeneca la campagna non decolla. Arriva e in massa Pfizer: il prossimo rifornimento su Arezzo dovrebbe essere di oltre settemila dosi.

Tutte o quasi riservate agli ultra-ottantenni e quindi ai medici di famiglia. Che nella vaccinazione, complice la Pasqua, per qualche medico sono partite da oggi (mercoledì) e non da ieri. Sugli ottantenni i dati forniti dalla Asl indicano che la provincia ha superato il 50%, per l’esattezza il 53%. Non c’è più il confronto con le altre provincie.

Ne mancano quindi poco meno di quindicimila. Le dosi a questo punto sembrano garantite stabilmente anche per le prossime settimane e quindi la data del 24 maggio è alla portata per completare i più anziani. In caso di difficoltà dei medici, sia il palaffari che altre strutture potrebbero subentrare. Il terzo filone nevralgico, sia per le condizioni di salute che per le possibili conseguenze del virus, è quello degli ultrafragili.

I più gravi dei gravi sono stati inseriti, giustamente, in una fascia A, dalla quale è la Asl a chiamare e convocare direttamente. Una fascia nella quale dovrebbero essere fatti rientrare anche i diabetici, che in prima battuta non c’erano. Ma c’è anche una fascia molto ampia di patologie ancora in fascia B e aspettano solo venga riaperta la piattaforma. In serata sono arrivati gli sms, annunciavano la riapertura per domani. La nostra redazione è stata travolta dalle telefonate.

Motivo? Negli sms non si indica l’orario di apertura delle prenotazioni: finora decisivo, perché in pochi minuti finiva tutto. L’orario che ci risulta è mezzogiorno: ma i posti a disposizione sono mille, davvero pochi.

E forse per questo sono stati mandati messaggi con l’indicazione di un nuovo codice: sembra di capire che quello già ottenuto in fase di iscrizione non valga in questa tornata e che quindi ci sia stata una scrematura. Il famoso sms non è arrivato a tutti: però è di nuovo una «curva» che sta alimentando l’ansia di chi spetta. E aspetta essendo cardiopatico, sofferente di malattie respiratorie o epatiche o obeso.

La campagna sta prendendo velocità, grazie ad una Pasqua in tutta la regione da record nazionale (la provincia è quasi a 50 mila prime dosi, il 15% della popolazione e il 17% di quella vaccinabile) ma non riesce a sbarazzarsi dei ritardi accumulati sulle situazioni più critiche. Le «scialuppe» sono poche. E a bordo l’angoscia sale