Turismo, ripartenza a fari spenti: riaprono gli hotel, offerte weekend

Vacanze ‘verdi‘, prime prenotazioni, 650 attività con il fiato sospeso, a rischio il 7% del Pil, oltre 600 milioni. Eventi bloccati. La speranza degli italiani, segnali dall’estero

FERRAGOSTO AD AREZZO_16402638_054320

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Arezzo, 29 maggio 2020 - Per loro il virus è come se fosse ancora alla porta di casa. Perché a far ripartire la macchina del turismo non bastano i contagi zero: ci vuole che a segnare zero, e non novanta, sia anche la paura. O meglio quel freno istintivo che la stagione dei controlli e della distanza sociale ti lascia addosso. Un clima pesante più della mascherina di ordinanza e nella quale le attività cominciano a fare i primi passi.

Gli alberghi stanno riaprendo. Il Minerva da lunedì scorso, il Continentale dal primo giugno, qualcuno non ha mai chiuso, come Cecco o l’Etrusco, occupato da medici e personale sanitario. Gli altri sono sulla rampa di lancio. «Apriamo con il cuore e non con le chiavi» scherza dal Minerva Gianni Fabbrini, il presidente degli albergatori: una quindicina di camere in tutto, una la settimana prossima.

«Chi è qui per i cantieri, il turismo è totalmente al palo. Non poteva essere altrimenti. per ora l’obiettivo massimo è provare a intercettare la domanda italiana. Come? «Pensiamo a promozioni sulle seconde camere: una a prezzo pieno e l’altra scontata» Ma la leva dei prezzi è rischiosa come i cavi dell’alta tensione: le spese restano le stesse (anche se la prima rata Imu è slittata) e gli incassi no. Semmai a farsi breccia è il «break da weekend».

«Le famiglie – spiega dall’Ascom Laura Lodone – ha finito i soldi e spesso le ferie. I fine settimana possono tentare di essere una ripartenza». Stesso approccio quello sul quale lavora l’assessore Marcello Comanducci. In ballo c’è una partita decisiva. il turismo muove circa il 7% del Pil, una cifra superiore ai 600 milioni. E alla quale va aggiunta una parte del commercio, legata a doppio filo al turismo, e che nel suo complesso mobilita il 15,7% del Pil.

Nei fatti ci sono quasi settecento attività con il fiato sospeso. In città 19 alberghi per un totale di 987 posti letto. In provincia sono 144, altri circa 2200 posti letto, essendo spesso strutture più piccole. E quasi 500 agriturismi e tutto senza andare nel mare dei B&B e dintorni. «La riapertura ha portato ad una prima timida ripresa di prenotazioni negli agriturismi» ci confermano dalla Confcommercio. La partita dell’estate forse sarà tutta lì.

«Il turismo italiano al massimo cercherà quello, il verde, l’aria aperta, la piscina». Proveranno a intercettarlo tra offerte e mix con le città d’arte. Gli altri? L’attesa messianica è per la riapertura dei confini. Perché lì ci sono segnali a sorpresa.

«Dal nord Europa c’è un turismo pronto a ripartire verso Italia, Spagna e Portogallo». Mentre la Ryanair sta per riprendere i voli. Certo, il turismo americano, decisivo a Cortona e non solo, salterà un turno, difficile riparlarne prima dell’autunno. E la città paga un dazio pesantissimo all’azzeramento di eventi e Fiere,quella orafa in testa. «Per noi maggio e giugno – spiega Fabbrini – erano mesi forti».

Su giugno delle prenotazioni avevano ancora retto, franate sull’incertezza legata alla riaperture dei confini almeno regionali, Ma in teoria a luglio e ad agosto ancora c’è chi mantiene una linea di credito. Riprende il turismo sanitario: con le cliniche che smettono i panni da «ospedale pubblico» di supporto e ripartono con l’attività operatoria, in particolare al Centro Chirurgico Toscano.

Ma dietro l’angolo ci sono altri ostacoli pesanti: su tutti l’alto rischio di tutti gli eventi di Natale, che da qualche inverno fanno lievitare le presenze.

«Mentre continua l’attesa degli aiuti: dai finanziamenti di 25 mila euro alla cassa integrazione, o meglio il fondo di integrazione statale. «Per ora siamo venuti incontro noi ai dipendenti in difficoltà: ma fino a quando?». Fabbrini attacca il dubbio all’ultimo punto interrogativo che gli era rimasto.